Canton Mombello invivibile e il nuovo carcere è un miraggio

I detenuti di Canton Mombello sono il doppio della capienza. A fine giugno, secondo i dati del Ministero, sfioravano i 400 a fronte di 189 posti «regolamentari». Un problema antico che riemerge carsicamente e che, nei mesi della pandemia, ha reso l’istituto di pena cittadino una «polveriera».
La gestione del «Nerio Fischione» (anche durante i difficili mesi della pandemia) ha consentito di attutire le tensioni. Ma dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere (le violenze nei confronti di alcuni detenuti), il premier Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia hanno tracciato una sorta di road map per affrontare il problema carceri. Occorre intervenire su «più livelli»: nuovi istituti per affrontare il tema sovraffollamento e un pacchetto di riforme per correggere «la misura penale incentrata solo sul carcere». Intanto però la situazione resta esplosiva.
E i progetti per un nuovo carcere a Brescia, annunciati a più riprese, restano al palo. Anche il «Grande Verziano», vale a dire l’ampliamento della casa di reclusione a sud della città, è diventata un miraggio.
I numeri. Ma per Antonio Fellone, segretario aggiunto generale del Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria (Sinappe), il tempo per mettere in campo interventi è scaduto da tempo, da molto tempo. I numeri del resto parlano molto chiaro, a Canton Mombello i detenuti sono 378, di cui 164 stranieri; gli agenti di polizia penitenziaria sono 179 a fronte dei 227 previsti a regime. A Verziano la situazione è certamente migliore, anche se non mancano comunque le difficoltà, i detenuti sono 97 a fronte di una capienza «ufficiale» di 71 posti; sul fronte degli agenti di polizia penitenziaria, sono operativi in 82 a fronte dei 96 che dovrebbero invece essere in organico per la struttura. Ovviamente il sovraffollamento crea grossi problemi di convivenza e di gestione dei detenuti. «Sono sempre più frequenti le aggressioni così come gli atti autolesionistici - spiega Fellone -, tra gli ultimi, una bomboletta che doveva essere utilizzata per scaldare i cibi e che è invece stata fatta esplodere nelle vicinanze di due agenti». In aprile gli agenti del Nerio Fischione avevano protestato per l’alto numero di detenuti psichiatrici presenti nella struttura, su questo fronte la situazione è al momento migliorata.
Il nuovo carcere. Da decenni si discute della necessità di un nuovo carcere a Brescia. Nel 2013 si sondò l’ipotesi ex caserme, dalla Serini alla Papa. Nulla da fare. Nel 2015 l’allora Governo Renzi inserì nel Piano Carceri l’ampliamento di Verziano, con chiusura di Canton Mombello, stanziando 15,5 milioni di euro. Sembrava la strada buona. Ma i tempi stanno diventando biblici. Nel 2017 il Provveditorato per le opere pubbliche della Lombardia aveva lanciato il bando di gara per la progettazione. Due i filoni di intervento: la ristrutturazione degli attuali fabbricati e la realizzazione di un «nuovo padiglione detentivo da 320 posti». Nel dicembre 2018 è stato siglato il contratto da 561mila euro con il pool di progettisti che ha vinto l’appalto (Tecnicaer Engineering, Rpa Srl, Progettisti Associati Tecnarc). Rispondendo a un’interrogazione del deputato dem Alfredo Bazoli nell’ottobre del 2019 l’allora ministro Alfonso Bonafede annunciava: «In virtù della significativa accelerazione impressa alla procedura nella seconda metà del 2018 e nell’anno in corso è auspicabile in tempi brevi l’indizione della gara per l’affidamento dei lavori che si prevede possano concludersi entro tre anni». Da allora il progetto è uscito dai radar.
Bazoli nelle scorse settimane ha sondato Ministero e Provveditorato. Riscontrando due nodi. I soldi disponibili sono sufficienti per il primo lotto funzionale (il padiglione detentivo) ma il progetto complessivo vale 48 milioni di euro. Mancherebbero quindi più di 30 milioni. Il secondo nodo riguarda le aree: l’ampliamento resterà dentro l’attuale perimetro, ma le strutture per le fondamentali attività socio-riabilitative richiedono terreni che il Ministero dovrà espropriare. Con tempi che rischiano di allungarsi ancora e un progetto che rischia di restare monco.L’emergenzaLa situazione negli istituti di pena cittadini
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