Bus, metro e taxi: ecco come si viaggia a Brescia dal 4 maggio

Il decreto del 26 aprile e un'ordinanza regionale disciplinano la materia. Ecco le misure adottate a livello bresciano
  • I nuovi segnali nelle stazioni della metropolitana e sui convogli
    I nuovi segnali nelle stazioni della metropolitana e sui convogli
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Per regolare la Fase 2 del trasporto pubblico locale, oltre al Dpcm del 26 aprile, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha firmato in particolare una specifica ordinanza, la n.538 che stabilisce le indicazioni generali valide dal 4 maggio.

A bordo dei mezzi di trasporto pubblico è obbligatorio l'utilizzo di guanti e mascherine. È cura del passeggero procurarsi guanti e mascherine e indossarli correttamente dal momento in cui entra in stazione, sosta alle fermate o banchine, si accoda per salire sui mezzi, al momento in cui si allontana. I sedili da non utilizzare sono contrassegnati da segnali ben visibili.

Igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi, infrastrutture e stazioni vengono effettuate almeno una volta al giorno. Gli ascensori della metropolitana e delle stazioni ferroviarie sono destinati in via prioritaria alle persone a ridotta mobilità. È sempre consentito il trasporto di monopattini, biciclette pieghevoli e altri dispositivi di micromobilità elettrica.

Le nuove misure di sicurezza previste dall'ordinanza regionale si applicano su tutti i servizi di trasporto pubblico (treni regionali, metropolitane, autobus, filobus, tram, funivie e servizio di navigazione sul lago di Iseo) e non di linea (taxi e NCC) e hanno validità per tutti i passeggeri e gli operatori di trasporto del territorio regionale.

A queste norme devono adeguarsi anche tutti gli operatori bresciani. Di fatto, le misure previste finiscono con lo «svuotare» il trasporto pubblico. Mantenere le distanze costa caro, visto che i mezzi non potranno essere riempiti più del 20% della loro capacità. Questo vuol dire che dal 4 maggio su ciascun treno della metropolitana non potranno salire più di 45-50 persone mentre sui bus di Brescia Trasporti il «tetto» massimo sarà di venti utenti. 

 

 

Qualcosa in più sulle corriere Sia, ma anche sui mezzi extraurbani non potranno salire più di 25 passeggeri. Il Dpcm del 26 aprile fissa misure stringenti per la riorganizzazione del trasporto pubblico in vista della Fase 2. Per tutti i sistemi (bus, treni, navi, aerei) restano le prescrizioni generali: sanificare i mezzi e le stazioni, installare dispenser con gel disinfettante, separare i flussi di ingresso e uscita, mascherina obbligatoria (anche di stoffa) per tutti i passeggeri. Poi si entra nel dettaglio.

La vera novità è l’obbligo di rispettare la distanza di almeno un metro tra i passeggeri. Cosa che comporterà la riduzione della capienza dei mezzi. «La riduzione secca della capacità di trasporto comporterà che sui treni del metrò non potranno salire più di 45-50 persone e sui bus non più di 20» spiega l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni. Di fatto già nell’ultimo mese e mezzo, il lockdown ha ridotto al lumicino la domanda: i passeggeri sono crollati di oltre il 90%. Sui bus o sui treni, anche senza regole formali, la capienza è rimasta sotto la soglia critica. Qualche passeggero in più potrà esserci dal 18 maggio, con la riapertura dei negozi, e poi a giugno, con la ripresa di bar e ristoranti. Si monitorerà la situazione con «flessibilità», spiega il direttore generale di Brescia Mobilità Marco Medeghini, aggiungendo una corsa in caso di necessità o aumentando la frequenza delle corse del metrò.

Sui mezzi sono stati applicati «marker» (grandi adesivi) sui posti non utilizzabili, così da garantire la giusta distanza; e anche a terra sono state applicate indicazioni grafiche su dove ci si potrà mettere. Nelle stazioni della metro vengono separati i flussi di chi entra ed esce. Stessa cosa sulle banchine: alcune porte sono dedicate a chi deve salire, altre a chi deve scendere.

Un meccanismo simile per i bus: la porta anteriore è già off limits per tutelare gli autisti, si sale da dietro e si scende al centro. Sia nelle stazioni della metro che nelle fermate bus vi sono cartelli con le regole da seguire, sia a bordo che in attesa.

Resta da capire chi effettua i controlli. E, in caso di sovraffollamento, chi farà rispettare i tetti di capienza. Già oggi se un bus è saturo, non si ferma a una fermata anche se ci sono utenti in attesa. Il Dpcm fa affidamento agli atteggiamenti responsabili di ciascuno di noi. Basterà? «In questa fase - precisa Manzoni - non temiamo problemi di capacità. Il sistema è sufficientemente flessibile per affrontare la Fase 2. Il vero problema sarà settembre». Tesi condivisa anche da Claudio Bragaglio, presidente dell’Agenzia del Tpl: «La capacità dei mezzi extraurbani - spiega - passerà da 75 a 25 passeggeri. Fino a settembre non ci aspettiamo grossi problemi. Ma con la riapertura delle scuole, cambierà tutto». Già.

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