Bresciano arrestato a Stoccolma: «Così ho passato 30 giorni in cella»

Parla il bresciano arrestato in Svezia perché ubriaco al volante: «Ho commesso un errore e ho pagato»
L'alcolock è un dispositivo molto diffuso in Svezia, obbligatorio su camion e autobus
L'alcolock è un dispositivo molto diffuso in Svezia, obbligatorio su camion e autobus
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Sicuramente per un po’ in Svezia non ci tornerà. «Diciamo che non è andata come avevo immaginato, ma è successo tutto per colpa mia». Fa autocritica il bresciano del Garda, 50enne, che è stato rilasciato lo scorso 12 settembre dopo aver trascorso un mese di carcere a Stoccolma. Arrestato perché trovato ubriaco al volante di un’auto per le vie della capitale. In un Paese in cui limite massimo consentito di alcol per chi si mette alla guida è di 0.2 g/litro. Si tratta di uno dei limiti più bassi in Europa.

«Avrò fatto 50 metri e non di più. Mi hanno fermato e mi sono trovato le manette ai polsi. Sapevo che la legge è severa per chi beve alla guida, ma non conoscevo la lingua e non capivo cosa stesse accadendo: per questo davanti agli agenti ho reagito con aggressività» ammette il bresciano che era in Svezia per lavoro. Sarebbe dovuto tornare in Italia pochi giorni dopo, ma il soggiorno si è prolungato di quattro settimane. E poteva andare peggio.

Il rischio

Proprio per il suo atteggiamento al momento dell’arresto l’uomo ha rischiato una condanna più pesante. «L’accusa aveva chiesto tre mesi. Fortunatamente la pena è stata di 30 giorni». Passati tutti in cella. «Ma non pensate alle nostre carceri. A Stoccolma le celle sono casette in legno che si affacciano su un laghetto. E ogni detenuto ha una cella singola. Non sembrava nemmeno un penitenziario. È una struttura all’avanguardia».

Il 50enne racconta di essere stato trattato bene durante la detenzione. «C’erano anche molte guardie carcerarie donna e con una di loro giocavo a scacchi. Questo per far capire la diversità con l’Italia. Poi certo, ero sempre in carcere e avrei preferito essere fuori» spiega il bresciano. Che poi torna sul giorno dell’arresto.«Sapevo che la legge è molto rigida in Svezia per chi guida sotto effetto di alcol però non pensavo fino a questo punto. Avevo finito di lavorare e mi sono fermato in un bar. Ho bevuto alcune birre ed è stato un ragazzo a chiamare la Polizia che mi ha raggiunto quando ero appena partito dal locale. Ho sbagliato e ho pagato».

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