Brescia sempre più città d’arte ma esclusa dai fondi per le top

Pochi turisti stranieri: non può beneficiare del bonus di 500 milioni per le attività commerciali
CITTA' D'ARTE, BS CHIEDE DEROGA
AA

Riconosciuta città d’arte, capitale designata della cultura italiana nel 2023, ma ancora lontana dall’essere considerata ad «alta vocazione turistica». Questione di numeri, ancora troppo bassi sia pure in costante aumento negli ultimi anni (il 2020, causa Covid, non fa testo).

Brescia è rimasta esclusa dal bonus a fondo perduto destinato alle attività commerciali previsto dal governo nel Decreto Agosto. Ben 500 milioni per le imprese che vendono beni e servizi al pubblico nei centristorici di 29 capoluoghi di provincia o di città metropolitane. Denaro concesso a chi, a giugno di quest’anno, ha subìto una riduzione di almeno il 33% del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019. Naturale trovare nell’elenco Venezia, Firenze, Roma, Milano, Napoli o Siena, stupisce leggere Verbania, Como, La Spezia, Bolzano; suscita una qualche gelosia trovare Bergamo. Ma è questione di numeri, appunto.

Il criterio per la scelta delle 29 città d’arte è oggettivo: vengono premiati i capoluoghi di provincia che, secondo le rilevazioni Istat, hanno registrato prima del Covid presenze (pernottamenti) di turisti stranieri tre volte superiori al numero dei residenti; per le città metropolitane almeno pari o superiori ai residenti (è il caso di Napoli, Cagliari, Catania, Genova, Palermo, Torino e Bari). L’intento del governo è sostenere le iniziative commerciali dei centri storici, evitando la loro «desertificazione» per quando torneranno i visitatori stranieri. Brescia, dicevamo, non rientra nell’elenco.

Il rapporto fra turisti stranieri e residenti nel 2019 era 1,35: poco più di 271mila presenze di ospiti provenienti dall’estero su 200mila abitanti. Eppure la città negli ultimi anni è diventata sempre più attrattiva. Nel 2015, ad esempio, il totale delle presenze era stato 423.551, di cui 176.744 stranieri. In quattro anni, per questi ultimi, c’è stato un aumento del 55%. Gli italiani (i lombardi, in particolare) assorbono comunque il 64,5% delle presenze totali.

«Purtroppo non possiamo considerare il 2020, ma è chiaro che il nostro grande lavoro di valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico cittadino ha dato frutti positivi», sottolinea il vicesindaco Laura Castelletti. Pinacoteca, Santa Giulia, Parco archeologico di Brixia. «Collaborando Insieme a Visit Brescia, abbiamo agganciato il turismo gardesano, che è poi il grande bacino di riferimento. Prima c’erano soloVerona e Mantova, adesso una fetta di turisti di quell’area viene anche a Brescia». Non a caso la Loggia è entrata da tempo nel Consorzio Lago di Garda «proprio per promuovere il marchio Brescia fra gli operatori del settore, albergatori e ristoratori».

I numeri parlano chiaro: nel 2019 il Benaco ha registrato 7,8 milioni di presenze sulle 10,5 complessive nel Bresciano. È il Garda, da sempre, a fare mano bassa degli stranieri: 6,3 milioni di presenze. Una curiosità sugli ospiti di Brescia con carta di identità estera: tedeschi (28mila presenze), francesi (22mila), spagnoli (14mila), israeliani (idem), statunitensi (quasi 13mila), cinesi (oltre 12mila) e britannici (idem) sono i visitatori più numerosi della Leonessa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia