«Brescia per passione» si scioglie: la lista Castelletti non ci sarà nel 2023

Il primo indizio è stato visivo: sui muri della sede di piazza Bruno Boni il «verde Castelletti» - da sempre impresso sui simboli e sugli accessori dell’ufficio - è stato rimpiazzato dal blu deciso di Azione, di cui l’ufficio è diventato la nuova casa. La conferma arriva a una manciata di settimane di distanza: Brescia per passione, addio. La lista concluderà il suo cammino insieme alla fine della legislatura targata Emilio Del Bono, al quale - in questi dieci anni - si è legata al punto che il sindaco stesso ha definito la sua vice Laura Castelletti, leader e volto di Bpp, come la sua «vera continuità».
Vivacità
Già in aula, del resto, la fisionomia del gruppo è profondamente cambiata. Il capogruppo Fabrizio Benzoni in Consiglio comunale porta ancora la bandiera di Bpp, ma è al tempo stesso segretario provinciale e deputato della Repubblica di Azione. Il consigliere comunale Dionigi Guindani, anche lui eletto tra le file della lista Castelletti, ha aderito alla Civica Italia viva aderendo al partito di Matteo Renzi. Un travasamento di esperienze che non riguarda i soli rappresentanti in Loggia, ma che in questi anni ha visto protagonisti molti volti vicini all’associazione. Non che questo per Castelletti sia mai stato un problema, anzi.
L’assessore alla Cultura lo ha sempre dichiarato: la forza della sua comunità stava proprio nella diversità e nell’eterogeneità che trovava poi un punto d’incontro in idee, progetti, visioni di merito. Lei stessa, del resto, ha alle spalle l’esperienza nel partito socialista e in una delle ultime interviste ha sottolineato: «Ho sempre considerato Bpp una sorta di incubatore dove fare crescere generazioni nuove affinché si impegnassero in politica. Un’esperienza in un partito che ha relazioni nazionali è molto formativa. Le persone crescono e si evolvono: la politica ha anche questo compito, ossia promuovere esperienze. Le civiche, del resto, sono aggregatori di progettualità, hanno la capacità di mettere insieme sensibilità diverse».
L’addio alla corsa per Loggia 2023 lo conclama Mafalda Gritti: «Al prossimo appuntamento elettorale Bpp non ci sarà. Le civiche per loro natura hanno un tempo e la nostra ha fatto un tempo anche molto lungo, l’esperienza finisce con questo ultimo mandato». Un’avventura unica quella di Bpp, che si è accaparrata un seguito anche attraverso il blog firmato proprio dalla vicesindaco quando sedeva tra i banchi di opposizione con Adriano Paroli sindaco, promuovendo la vivacità del confronto in città attraverso l’ambito «panino del giovedì» e un ventaglio di iniziative e di dibattiti, viaggi per curiosare le buone pratiche di altre città su mobilità, cultura, ambiente, arredo urbano. Era nata così, ad esempio, l’idea dell’Urban center.
Nel 2008, quando corse per la prima volta da candidata sindaco, Castelletti incassò il 6,3%; nelle «elezioni fotocopia» del 2013 (quando le coalizioni hanno schierato gli stessi frontman) aveva un consenso tale da essere contesa dai due schieramenti: al primo turno incassò il 5,87%, al ballottaggio scelse l’apparentamento con Del Bono, di cui è vice con delega alla Cultura da quasi dieci anni.
Le altre civiche
Cosa resterà, dunque, dell’attuale cosmo delle civiche in seno al centrosinistra?
Quasi certamente a rimanere sarà Sinistra a Brescia, che vede il suo punto di riferimento in Giunta nell’assessore Marco Fenaroli (i dettagli nell’articolo accanto). C’è poi la Civica del sindaco con Alessandro Cantoni in Giunta e Francesco Patitucci in Consiglio: anche questa esperienza è destinata a proseguire. L’obiettivo di Cantoni è catalizzare gli «orfani» delle esperienze precedenti: da chi gravitava attorno a Piattaforma civica (che faceva capo a Francesco Onofri) a chi vedeva in Nini Ferrari un punto di riferimento, passando per il gruppo della Civica 2.0 proposta nel 2018 da Numa Sbaraini.
A restare sarà anche il gruppo del Psi, rappresentato in Giunta dall’assessore Roberta Morelli e che la scorsa tornata presentò il progetto Brescia 2030: bisognerà capire se verrà mantenuta la veste civica oppure se tornerà, come a Milano, il simbolo del garofano rosso.
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