«Brescia non è Milano»: Paroli e Beccalossi contro la zona rossa

«Detto che l'emergenza sanitaria ha sempre la priorità -conclude- è doveroso però tutelare il lavoro nelle aree oggi meno esposte al contagio»
Secondo giorno dopo la fine del lockdown - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Secondo giorno dopo la fine del lockdown - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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«I contagi a Brescia non sono gli stesso di Milano»: così Paroli e Beccalossi chiedono al Governo e alla Regione che le province lombarde con meno incidenza dei positivi non rientrino nella zona rossa.
«Se parliamo di diffusione del virus, in questo momento Brescia non è Milano, così come Lodi o Mantova non sono Varese. I territori che hanno pagato il prezzo più alto, soprattutto in termini di vite umane, non possono essere penalizzati da provvedimenti confusi e generalizzati. Restrizioni meno severe per le province oggi non in emergenza potrebbero salvare tante attività economiche già in ginocchio. Il DPCM lo prevede, lo si faccia». Lo dichiara Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo Misto in Consiglio Regionale. 
«Il Governo - prosegue Viviana Beccalossi - è riuscito nell'impresa di mandare in tilt l'Italia, annunciando un provvedimento giorni prima della firma, snobbando le Regioni ma soprattutto mandando nel panico ristoratori, artigiani, imprenditori e genitori di bambini che vanno a scuola, dato che nessuno in questo momento sa come si dovrà comportare fra poche ore». 
«Detto che l'emergenza sanitaria ha sempre la priorità -conclude- è doveroso però tutelare il lavoro nelle aree oggi meno esposte al contagio. A Brescia, così come in altre zone della Lombardia, possono essere applicate deroghe: mi auguro che il presidente Fontana prenda in considerazione questa ipotesi e convinca il Ministro Speranza, se quest'ultimo si degnerà di ascoltare». 

«La regione Lombardia, che conta all'incirca dieci milioni di abitanti, e che verrà con ogni probabilità considerata zona rossa dal decreto del ministro della Sanità, non può essere trattata al pari di altre regioni che contano 400/500 mila abitanti. Ad esempio, la provincia di Brescia, circa 1,3 milioni di abitanti, sarebbe zona rossa sol perché fa parte della Lombardia, e non importa se il virus sul quel territorio è molto meno presente rispetto ad altre regioni che non saranno ricomprese nella zona rossa. È, pertanto necessario differenziare i vari territori all'interno della vasta regione lombarda. La città di Brescia e la sua provincia devono essere per l'appunto escluse dalla zona rossa, diversamente non solo si commetterebbe una grave e oggettiva ingiustizia ma si determinerebbero effetti disastrosi per il tessuto produttivo e l'economia del territorio e per i suoi abitanti. Auspico che il ministro Speranza valuti attentamente la situazione e accolga questo mio pressante invito fondato sull'evidenza dei dati epidemiologici». Lo dichiara il senatore di Forza Italia Adriano Paroli.  

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