«Brescia la forte»: 171 anni fa iniziavano le Dieci giornate

In questi giorni di emergenza per il coronavirus è il momento di far emergere il carattere dei bresciani
  • Le dieci giornate di Brescia
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Durante le Dieci giornate i bresciani diedero prova di coraggio, tenacia e determinazione. Doti che anche oggi, in questa emergenza coronavirus, sono quanto mai necessarie.
Ecco che questo 23 marzo la Storia deve darci forza. Abbiamo lottato e superato grandi prove. E oggi ce n’è un’altra per la Leonessa d’Italia.

La storia.

Il 23 marzo il popolo si riunisce davanti alla Loggia per impedire il pagamento di una multa imposta da Haynau. La Municipalità rifiuta il pagamento e il popolo sulla piazza apre la sassaiola contro gli austriaci e assale un carro che portava viveri e legna alle truppe. I gendarmi, scesi da contrada S. Urbano sparando, sono fatti fuggire in Castello.
All'ospedale di S. Eufemia 400 militari austriaci si aprono a fucilate la strada verso il Castello. L'insurrezione è in atto.

Durerà fino al primo aprile, la domenica delle Palme, e Brescia fu la città italiana che resistette più a lungo.

Si conta che durante gli scontri siano morti almeno 600 bresciani e ne siano rimasti feriti un migliaio. Tra gli austriaci 500 i caduti e altrettanti i feriti. Le gesta degli insorti valse a Brescia l'appellativo di «Leonessa d'Italia» reso famoso da Giosuè Carducci nel 1877 nelle sue Odi Barbare e la Medaglia d'Oro alla città come «Benemerita del Risorgimento Nazionale» nel 1899.

 

Il gruppo delle Guide volontarie dell’Ateneo di Lettere, Scienze ed Arti ha voluto ricordare questo anniversario interpretando «L’esordio a le dés zornàde» del Canossi. Ecco il video

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