Brescia e Bergamo in versione slow con il Cammino della Cultura

Ci sarà anche un «passaporto» da far timbrare tappa per tappa, lungo i 132 chilometri d’arte e natura che uniranno Brescia e Bergamo, future Capitale italiana della Cultura.
Un vero e proprio itinerario come quello di Santiago, un progetto nato due anni fa come scommessa per recuperare passi, fiato e contatto con la natura dopo il lockdown, e che ora sta si è strutturato nel Cammino della Cultura, tra le offerte portanti per il 2023. E oltre: nelle intenzioni dell’associazione Slow Ride Italy di Brescia, il percorso con le opere d’arte che lo punteggeranno resterà come eredità per il futuro, «per le prossime generazioni, i ragazzi delle scuole, le comunità» spiega Ilaria Bignotti curatrice della parte artistica, che con Alessia Marsigalia giornalista e pr, e Alessio Guitti camminatore e fotografo ha dato vita al progetto. «Brescia e Bergamo non sono solo industria - aggiunge - ma anche cultura materiale e immateriale da restituire alle comunità».
Il progetto
Dalle prime ricognizioni sul campo, il percorso si è allargato a comprendere oltre trenta comuni. «Brescia ha sposato subito l’idea - ricorda Marsigalia, presidente dell’associazione -, in due anni siamo riusciti a costruire un itinerario strutturato secondo le regole dei Cammini».
Requisiti ben precisi: percorso fruibile in sicurezza, percentuale di asfalto non superiore al 40%, servizi al camminatore ad ogni tappa, alloggio e ristorazione entro 5 km dalla traccia. Al momento si sta lavorando alla segnaletica, anche col sostegno di Regione Lombardia, ed entro l’autunno si vuole completare la rete delle strutture di accoglienza (campeggi, b&b, spazi messi a disposizione da comuni, parrocchie o altre realtà). Poi arriveranno la cartografia anche online, un sito aggiornato, i social, e il «passaporto» che consentirà ai viandanti di accedere alle strutture e alle convenzioni. «L’obiettivo - spiegano i promotori - è attirare un turismo di camminatori lenti che manca nel nostro territorio».
Il percorso
Come ogni Cammino che si rispetti, il percorso, strutturato su tracciati già esistenti, è diviso in tappe di 25- 30 chilometri (ma ognuno potrà decidere come distribuire la fatica), con partenza e arrivo nei due siti Unesco cuore delle città capoluogo (Santa Giulia a Brescia, piazza vecchia entro le Mura venete a Bergamo) e fermate strategiche (Gussago con la Santissima, Provaglio con San Pietro in Lamosa, Paratico/Sarnico sul lago d’Iseo, Costa di Mezzate e Nembro) lungo un tragitto costellato da punti d’attrazione: nel bresciano ci saranno il Castello in città e il parco delle Cave, il santuario della Stella e la panchina gigante di Collebeato, il borgo del maglio di Ome e il sentiero delle cascate di Monticelli, il parco dei taxodi di Sarnico, tra gli altri.
Arte contemporanea
«A tutto questo si aggiungeranno opere d’arte permanenti - spiega Bignotti - per mettere in connessione Brescia e Bergamo, città cugine che si sono sempre guardate un po’ con diffidenza. Ci saranno opere e installazioni alla partenza, all’arrivo e a metà percorso, ma anche luoghi in cui "avverrà" qualcosa. Performance, eventi di arte partecipata, spazi a disposizione per concerti o spettacoli».
I nomi degli artisti non sono ancora stati svelati, ma si sa che sono italiani: «Vogliamo valorizzare - aggiunge la curatrice, affiancata dalla bergamasca Alessandra Pioselli - gli artisti della generazione dei quaranta/sessantenni, eredi di Fontana e Paolini, in grado di interpretare e restituire la realtà del nostro Paese, e il nostro saper fare e saper vedere, ma ci auguriamo che il percorso si sviluppi nei prossimi anni anche con nomi internazionali». «Vogliamo che ci sia la fila per partecipare» chiosa Marsigalia. Fondamentale sarà la capacità di dialogare con il paesaggio, «quella "terra di mezzo" spesso sconosciuta anche a chi ci vive accanto», e valorizzare la cultura materiale e immateriale dei luoghi coinvolgendo la popolazione e le eccellenze artigianali del territorio.
L’inaugurazione? Entro la prima metà del 2023.
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