Brescia, così il tram cambia la viabilità e i quartieri
La gestione del nuovo tram cittadino peserà sulle casse di palazzo Loggia da 1 a 3 milioni di euro l’anno, in base a quanto si risparmierà sui bus. Cifre «sostenibili», lontanissime da quanto avviene per la metropolitana, zavorrata dai mutui che il Comune di Brescia si è accollato per finanziarne la realizzazione. Il tram, invece, sarà realizzato solo se arriveranno i soldi di Roma. L’opera, 11,6 chilometri dalla Pendolina alla Fiera, 24 fermate con passaggio in centro «a batteria», costerà 363 milioni di euro.
Il Comune di Brescia ne ha chiesti 359,5 al Ministero, nell’ambito dell’avviso per il finanziamento di metropolitane e tramvie. La risposta dovrebbe arrivare nel secondo semestre dell’anno. Ma intanto è iniziato il confronto sul progetto: ieri l’assessore Federico Manzoni e i vertici di Brescia Mobilità (il presidente Carlo Scarpa e il direttore Marco Medeghini) lo hanno illustrato in commissione viabilità, dove le opposizioni non hanno nascosto le loro perplessità. «Meglio i bus elettrici e il prolungamento della metropolitana» la loro tesi. «Non sono progetti contrapposti, ma solo il tram intercetta la crescente mobilità da ovest» ha replicato Manzoni. L’obiettivo, infatti, inserito nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) approvato nel 2018, è convincere sempre più persone a usare i mezzi pubblici, riducendo traffico e smog. E con il tram i passeggeri del Tpl urbano (bus, metro e tram) dovrebbero passare da 58 milioni (dato 2019) a 86 (dato 2032), tagliando del 3,3% il traffico. Si vedrà.
La realizzazione del tram, ha spiegato Manzoni, sarà anche l’occasione di una «riqualificazione urbanistica» di pezzi di città. Alla zona Fiera, ad esempio, sarà realizzato un nodo d’interscambio per chi arriva da sud-ovest, da Orzinuovi o dalla Quinzanese, con parcheggio interrato da 1.200 posti e deposito. Sarà anche l’occasione per riqualificare via Orzinuovi ma anche il nodo stazione dove la viabilità sarà riorganizzata (con abbattimento della pensilina Sia). Oltre il 70% del tracciato «sarà in sede propria» ha spiegato Medeghini, garantendo velocità e regolarità del servizio. Se tutto filerà liscio, i lavori potrebbero partire nel 2024, con prima corsa nel marzo 2029.
Opposizioni. Simona Bordonali (Lega) ha subito avanzato le sue perplessità: «Come cambierà la mobilità cittadina? Le corsie per le auto saranno ridotte? Temo che sei anni di cantieri bloccheranno la città, come già avvenuto per la metro».
Infine i costi di gestione: «Le stime vanno approfondite». Critico anche Massimo Tacconi (Lega): «Avremo tre tipologie di trasporto pubblico: bus, metro, tram. Così si moltiplicano i costi. E poi la mobilità sta cambiando: meglio puntare su mezzi elettrici e car sharing». Guido Ghidini ha rilanciato la storica proposta del Movimento 5 Stelle: «Noi siamo da sempre a favore dei bus elettrici. E poi il tracciato del tram non raccoglie il traffico che arriva dalla Franciacorta, l’asse via Torricella-via Crotte, che è la vera criticità». Anche Paola Vilardi (Forza Italia) ha bocciato il progetto: «Il tram "smonta" l’idea di prolungare la metropolitana. Meglio i bus elettrici. Il problema non è tecnico, ma politico. Si continuano a restringere le carreggiate. Serve un confronto con l’Amministrazione sul futuro della mobilità cittadina».
Strategia. Scarpa e Medeghini hanno assicurato che tutti gli aspetti tecnici saranno approfonditi. Ma «i bus elettrici per comodità, regolarità e capacità di carico» non sono paragonabili. «Non bisogna partire dal "mezzo", ma dalla quantità di spostamenti - ha detto Medeghini -. Sull’asse ovest serve un sistema efficiente e di qualità». Come il tram. Quanto ai cantieri, saranno di certo più «leggeri» e rapidi rispetto al metrò. Manzoni ha invece ricordato come il progetto tram non sia certo «improvvisato» ma sia l’esito di un lungo confronto con la città, valutando dati e scenari all’interno del Pums. «Il tram non è alternativo ai bus elettrici o al prolungamento del metrò. Nel Pums abbiamo inserito il prolungamento a San Vigilio di Concesio. Ma richiede tempi lunghi e la concertazione con Concesio, la Comunità Montana, la Provincia, visto che il 90% del tracciato ricade fuori dal nostro territorio. Non mi sottraggo alla sfida». Intanto però c’è il tram. «Porremo attenzione alla viabilità» ha assicurato Manzoni. In via Volturno e via Orzinuovi, ad esempio, resteranno le due corsie per senso di marcia, allargando la carreggiata facendo alcuni, limitati, espropri. L’importante ora è portare a casa i soldi del Ministero. Le richieste arrivate (in corsa da Padova a Reggio Emilia, da Rimini a Pescara, da Sanremo a Genova) ammontano a ben 6,5 miliardi. Ben più delle risorse a disposizione. Brescia è già stata esclusa dai finanziamenti una volta.Si spera non accada una seconda.
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