Brebemi, il processo è tutto da rifare

Tutto da rifare. Il processo Brebemi in corso a Bergamo retrocede alle indagini preliminari
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Tutto da rifare. Il processo Brebemi in corso a Bergamo retrocede alle indagini preliminari. Lo ha deciso nel tardo pomeriggio di ieri il giudice Vito Di Vita, accogliendo un’istanza delle difese degli imputati, che hanno chiesto la declaratoria di nullità dell’avviso di chiusura indagini notificato dal sostituto procuratore Silvia Bonardi agli otto imputati, da ieri di nuovo indagati, nel luglio del 2013.

I difensori di Pierluca Locatelli, l’imprenditore alla guida del gruppo bergamasco che fornì il sottofondo stradale a 34 km della direttissima Brescia Bergamo Milano, e dei suoi collaboratori Giovanni Battista Pagani, Bartolomeo Gregori, Egidio Grechi, Walter Rocca, Giorgio Oprandi, Angelo Suardi e Andrea Fusco, sono saltati sulle sedie quando il sostituto procuratore Silvia Bonardi, in avvio di udienza, ha chiesto al giudice l’acquisizione di circa 10mila documenti sequestrati tra la primavera e l’autunno del 2011 nei cantieri di Cassano e Fara Olivana della A35, ma anche alle aziende di Locatelli e alla Portamb di Mazzano, dove, stando alla ricostruzione accusatoria, venne prelevata la scoria industriale impiegata, senza adeguata bonifica, per la realizzazione del sottofondo autostradale.

I difensori degli imputati hanno fatto presente al giudice che di quei documenti non v’è traccia nel fascicolo condensato in una chiavetta usb e in un dvd, e messo loro a disposizione dalla Procura. E per questo hanno sollevato una questione di nullità sul presupposto della violazione del diritto di difesa. L’impossibilità di valutare quei documenti - a parer loro - ha impedito di conoscere le carte in tavola e quindi di studiare le adeguate contromosse.

Il giudice ha dato loro ragione, annullato l’avviso di chiusura indagini e tutti gli atti successivi, dalla richiesta di rinvio a giudizio all’udienza preliminare, e ridato la parola al pm. Che ora dovrà riscrivere l’avviso «incriminato», farlo notificare e permettere agli indagati di prendere visione di tutto il materiale probatorio inserito nel fascicolo.
Si tratta di un salto nel passato di diversi mesi che, a indagini ancora da chiudere, avvicina e non di poco il 2019 e, con esso, la prescrizione delle accuse.
Dalla decisione del Tribunale si salva solo il processo per la tangenziale di Orzivecchi. Quello va avanti. Udienza aggiornata al 6 maggio.

Pierpaolo Prati

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