Bozzetto: «La follia un modo di vedere le cose»

Un partecipato incontro con Bruno Bozzetto al Nuovo Eden ha chiuso in bellezza i Dies Fasti del liceo Calini.
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«Spesso la follia è solo vedere le cose da un altro punto di vista, che porta a risultati e idee completamente diversi». Bruno Bozzetto, regista, fumettista, sceneggiatore, artista di fama mondiale, affronta il tema che ha costituito il fil rouge della decima edizione del Dies Fasti, organizzata dal liceo Calini e dedicata quest’anno a «Ragione e follia».

Autore di lungometraggi animati (come «West and soda» e «Vip - Mio fratello superuomo») e numerosi cortometraggi (molti hanno come protagonista il «Signor Rossi», simbolo del cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della società italiana), Bozzetto - giovedì sera ospite al Nuovo Eden per la serata conclusiva della manifestazione, dove è stato introdotto dal preside del Calini, Gaetano Cinque - ha conversato con gli studenti Claudia Berardelli e Andrea Guidetti, dopo la proiezione del suo ultimo «corto» Rapsodeus e dopo la presentazione dei lavori finalisti del Booktrailer Film Festival.

«La mia passione per l’animazione è nata un po’ per caso - ha raccontato Bozzetto, sollecitato dalle domande dei ragazzi -. A scuola disegnavo sui libri di testo, mi piaceva visualizzare ciò che leggevo. Girai i primi film in 8 mm con alcuni miei compagni, poi tentai con l’animazione: volevo raccontare storie col mezzo cinematografico».

Bozzetto, che ha ricevuto prestigiosi premi alla carriera e riconoscimento di livello internazionale, ammette di prediligere la tecnica del «corto» (i suoi sono inconfondibilmente caratterizzati dai personaggi semplici e stilizzati), in quanto è «svicolato dalle logiche commerciali» e «permette di saltare da una dimensione all’altra in pochi minuti».
Il cartone animato, oggi, ha anche un valore di strumento didattico.

In alcuni dei lavori di Bozzetto prevale la visione di una umanità tesa all’autodistruzione. «È vero - commenta -, i miei film sono un po’ pessimisti, anche se lascio sempre la possibilità all’individuo singolo di emergere. Sono più positivo guardando i singoli, ma se ci rivolgiamo al mondo così com’è è più difficile».
 

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