Bossetti: «Uscirò a testa alta dalla porta del carcere»

Bossetti in aula: «Ai miei figli dico: uscirò a testa alta dallo stesso, immenso portone del carcere da cui sono entrato»
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«Quando i miei figli vengono a trovarmi mi chiedono: papà, quando torni a casa? Non c'è un'altra porta per uscire?». Massimo Bossetti ricorre alla mozione degli affetti nelle sue dichiarazioni spontanee al processo d'appello per l'omicidio di Yara Gambirasio. E rinnovando il suo amore per la famiglia spiega: «Ai miei figli dico: non uscirò da un'altra porta: uscirò a testa alta dallo stesso, immenso portone da cui sono entrato»

Alle parole di Bossetti in aula, nella lunga attesa di un verdetto dei giudici della Corte d'assise d'Appello, ora riuniti in camera di consiglio, hanno fatto seguito quelle dei suoi avvocati, Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Secondo i quali, Massimo Bossetti ha parlato «più come uomo che come imputato: ha manifestato tutto il suo dolore per l'ingiustizia che ha subìto.

«Confida nel fatto che finalmente sia fatta chiarezza e siano fugati i dubbi sul Dna», hanno detto, mentre Bossetti ha soprattutto cercato di «spiegare che persona sono. Se avessi commesso quello di cui sono accusato, non sarei più riuscito a condurre la mia vita - ha detto -. La violenza non è nel mio carattere, non ho mai alzato un dito su mia moglie e i miei figli, non ho mai fatto male a nessuno».

 

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