Bonifiche a rischio, in Parlamento la contromossa per evitare i ritardi

Via libera dalla Camera a un ordine del giorno che chiede un intervento legislativo urgente
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LA CONTROMOSSA SULLE BONIFICHE
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No ai ritardi delle opere di bonifica, sì a un intervento legislativo urgente che consenta alla Regione di trasferire le funzioni amministrative ai Comuni. È questo il senso dell’ordine del giorno approvato mercoledì sera: per la Camera dei Deputati occorre superare quanto prima la sentenza della Consulta che nei giorni scorsi ha dichiarato illegittimo l’articolo della legge regionale del 2006 con cui la Lombardia aveva affidato ai Municipi i procedimenti di bonifica dei siti inquinati. Una sentenza che solo nella nostra provincia riguarda 71 siti in 43 Comuni.

Prima firmataria dell’ordine del giorno è la bresciana Simona Bordonali: «La sentenza della Corte Costituzionale, che di fatto ha tolto ai Comuni la competenza in materia di bonifiche ambientali ricadenti esclusivamente sul proprio territorio (non è quindi compreso il sito Caffaro, ndr), rischia di portare a gravi ritardi negli iter di bonifica delle aree inquinate con pesanti conseguenze per l’ambiente e anche per l’economia del territorio - rimarca la deputata della Lega -. Serve un provvedimento legislativo nazionale per superare questo problema. Nella norma - aggiunge - bisogna prevedere la facoltà per le Regioni di poter trasferire le funzioni amministrative in materia di rifiuti e bonifiche ai Comuni assicurando i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza oltre alla buona esecuzione delle funzioni. Allo stato attuale rischiamo un sostanziale blocco delle procedure autorizzative e degli iter di bonifica. Serve un intervento rapido anche in considerazione del contesto storico attuale che impegna fortemente la pubblica amministrazione nell’attuazione delle opere connesse al Pnrr».

Lavoro congiunto

A Montecitorio via libera all'ordine del giorno per superare la sentenza della Consulta
A Montecitorio via libera all'ordine del giorno per superare la sentenza della Consulta

 L’ordine del giorno che ha ottenuto il via libera è frutto di una interlocuzione con la Regione Lombardia e con il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Un lavoro congiunto a cui plaude l’assessore regionale Giorgio Maione, che ribadisce la necessità di «colmare una lacuna legislativa che rischia davvero di provocare conseguenze pesanti sul territorio lombardo». Il giorno in cui è arrivata la sentenza della Consulta, prosegue, «la Regione ha convocato un tavolo tecnico con Anci Lombardia ed emesso un decreto per le disposizioni operative. Tutti gli enti istituzionali e le realtà economiche concordano che occorra un intervento. Ho sentito personalmente il ministro Pichetto Fratin e le direzioni di Regione e Ministero sono in costante contatto per trovare una soluzione tecnica. Abbiamo la volontà di superare al più presto questa situazione e il segnale dato dal Parlamento va nella direzione giusta, sia per la rapidità con cui è arrivato sia per il contenuto».

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