Bestemmie in chiesa: il curato li perdona, ma li mette al lavoro

I tre vandali, minorenni, sono ora inservienti nell'oratorio di Gussago
La chiesa parrocchiale di Gussago - © www.giornaledibrescia.it
La chiesa parrocchiale di Gussago - © www.giornaledibrescia.it
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Per la giustizia la vicenda si chiude senza conseguenze. Le indagini della parrocchia hanno chiuso il cerchio prima di quelle dei carabinieri e il curato ha scelto di ritirare la denuncia che a suo tempo aveva presentato.

Ma lo sfregio alle pareti della chiesa prepositurale di Gussago non sono restati impuniti e anzi per i minorenni che, messi alle strette, hanno ammesso di essere gli autori del fatto si annuncia un’estate impegnativa. Don Mauro Capoferri, vicario parrocchiale, infatti ha preferito occuparsi personalmente dei tre ragazzi e li ha impiegati in oratorio come inservienti per il grest.

Dalla fine delle scuole infatti nel centro parrocchiale di via Bazzani oltre un centinaio tra bambini e ragazzi stanno partecipando alle attività estive promosse in collaborazione con la diocesi. Utenti che si fermano in oratorio dalle 8 del mattino alle 6 di sera e che consumano pranzo e merenda e che, per giochi e attività di laboratorio utilizzano attrezzature di ogni tipo. Una vera e proria cittadella che inevitabilmente produce numerosi rifiuti che devono essere separati, dove possibile riutilizzati e dove no avviati al riciclo. E questo è il compito che il sacerdote ha assegnato ai ragazzi come «penitenza» dopo la «confessione» dell’atto vandalico.

Tutto era accaduto una sera dello scorso aprile: un gruppo di adolescenti aveva cercato di interrompere una funzione religiosa entrando in bicicletta in chiesa e spaventando gli anziani presenti. Il parroco, don Adriano Dabellani, li aveva ripresi e qualche ora dopo, sul muro della prepositurale, erano state vergate delle bestemmie con una bomboletta spray.

L’indagine. La vicenda era stata denunciata ai carabinieri che avevano avviato un’indagine. Le verifiche della parrocchia però sono arrivate prima e i tre ragazzi si sono trovati faccia a faccia con il curato. Le scuse non sono bastate, don Mauro ha chiesto loro anche un impegno concreto. «Non sono cattivi ragazzi ma in questi mesi gli sono mancate le occasioni di impegnarsi in progetti positivi. Ora li vedo contenti di quello che stanno facendo».

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