Basta Veleni bussa al Quirinale: «Ci aiuti a sanare l’ambiente»

L’associazione torna a rivolgersi a Mattarella: «Servono interventi di tipo strutturale»
Basta Veleni punta il dito contro lo smog - © www.giornaledibrescia.it
Basta Veleni punta il dito contro lo smog - © www.giornaledibrescia.it
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«Brescia deve cambiare aria. Perché? La verità è che il nostro territorio è ancora ai vertici della classifica europea per morti da smog». A dirlo è il Tavolo provinciale Basta Veleni, che ha deciso di rivolgersi (come già fatto nel maggio del 2021) al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per rimettere nero su bianco «le profonde ferite che sono state inferte al Bresciano e di cui stiamo pagando le conseguenze. E ancora di più le pagheranno le future generazioni, se non vi porremo rimedio».

La missiva dell’associazione ambientalista non fa sconti, elencando in modo dettagliato quelle che sono le «piaghe» del territorio bresciano. Dai segni lasciati «dall’industrializzazione sui terreni, nelle acque e nell’aria», ai casi «Caffaro» ed ex «Metalli Capra», fino al flagello del Covid, «che qui ha colpito duro anche perchénel nostro territorio polmoni e sistema cardiocircolatorio erano già stressati dallo smog».

Il «j’accuse» riguarda il fatto che, a fronte di una situazione di «emergenza ambientale», secondo Basta Veleni «le aree di cui ci si è occupati e per le quali si prevedono interventi per i prossimi dieci anni sono solo pari a 12 ettari, l’1,7% dell’area inquinata: oltre ad alcuni parchi pubblici, il grosso dei finanziamenti e degli interventi è destinato al sito Caffaro. Nulla, invece, si prevede per tutte le aree dove i cittadini, circa 25.000, vittime dell’inquinamento, vengono abbandonati e destinati a convivere con sostanze cancerogene e supertossiche, come diossine e Pcb».

Da qui la scelta di rivolgersi ancora una volta a Mattarella. «Signor Presidente - si conclude la missiva -, la scongiuriamo, nuovamente, di darci una mano, di fare ciò che è nelle sue possibilità per ripulire questo tormentato territorio, che vogliamo non solo facoltoso, come è già, ma anche pacificato con l’ambiente e, quindi, ospitale e adatto ad una vita sana per i nostri figli».

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