Basta veleni ad A2A: «Basta inceneritore, serve un nuovo modello»

Il tavolo ambientalista ha scritto all'ad Renato Mazzoncini per riavviare un confronto e chiedere un passaggio totale alle fonti rinnovabili
BASTA VELENI CHIAMA A2A
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L’hanno definita una «letterina di Natale». Al suo interno però non ci sono né auguri, né richieste di doni. «Abbiamo scritto all’ad di A2A, Renato Mazzoncini, per riavviare un confronto che c’è sempre stato con lo storico presidente Renzo Capra, ma che manca totalmente con la nuova governance», dicono Marino Ruzzenenti, Roberto Bussi, Massimo Cerani e Pietro Zanotti del tavolo Basta Veleni.

«Ci permettiamo di rivolgerci a lei - scrivono a Mazzoncini - perché la riteniamo disposto a considerare seriamente l’ineluttabilità di una profonda transizione ecologica. A2A, a nostro parere, ne potrebbe essere protagonista se avesse la lungimiranza di rivedere radicalmente le proprie strategie, come invece ci sembra non intenzionata a fare nel programma 2030».

In campo c’è innanzitutto il nodo della riqualificazione energetica. «Nell’attuale scenario di emergenza climatica – si chiede Massimo Cerani – il modello energetico basato sui grandi impianti a combustione, sugli inceneritori, è ancora adeguato?». La risposta è scontata, secondo il tavolo: «Si tratta – dice Marino Ruzzenenti – di un modello novecentesco, superato». L’alternativa, per il gruppo ambientalista, è affidarsi completamente alle fonti di energia naturali, come il fotovoltaico e il geotermico. «Delle 730mila tonnellate di rifiuti necessari ad alimentare il teleriscaldamento – aggiunge Bussi -, solo 150mila arrivano dal Bresciano. Il resto viene importato, producendo altro inquinamento».

Basta Veleni chiede di avviare la sperimentazione di quartieri totalmente solarizzati. Non da ultimo, il monito a sfruttare il Pnrr per una «reale transizione ecologica». «Purtroppo – concludono – si sta cercando di espandere in tutta Italia il modello bresciano del termovalorizzatore».

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