Bar e ristoranti: a Brescia 76 insegne spente in 9 mesi ma c’è chi investe
Il 2023 è l’anno della chef Arianna Gatti che a gennaio, in via Codignole, ha aperto Forme e a ottobre si è aggiudicata il titolo di «Cuoco emergente» per il Gambero Rosso.
Ma è anche l’anno in cui hanno spento i fornelli due realtà molte note ai bresciani come l’Osteria San Francesco a due passi dall’omonima chiesa e La Piazzetta di Sant’Eufemia, tempio per oltre 30 anni del grande Graziano Cominelli rilevato nel 2020 dallo chef Simone Frerotti nella versione «2070».
Luci e ombre di un periodo che, stando ai dati della Camera di Commercio, ha visto il settore dei bar e dei ristoranti accendere tra città e provincia, da gennaio a fine settembre, 58 nuove insegne e spegnerne 76. Tante, ma non tantissime se si considera che 5 anni prima sono venute meno 122 realtà e ne sono state inaugurate 58. Il problema, nel 2023, a differenza del 2018, interessa soprattutto i bar: mentre per i ristoranti c’è stata una sorta di pareggio (31 iscrizioni e 28 cessazioni), tra i «caffè» si segnalano 27 aperture contro 48 chiusure.
I motivi
«Tutta colpa della situazione economica che stiamo vivendo, dei costi gestionali altissimi e della difficoltà angosciante che riscontriamo nella ricerca del personale», commenta Francesco Giordano, numero uno dell’Arthob, l’associazione che raggruppa ristoranti, trattorie e hostarie bresciane. Trovare cuochi e camerieri dal post Covid in poi, si sa, è diventata un’impresa: «Una volta gli hobby erano in funzione dell’orario di lavoro, ora è il contrario: tante persone si presentano ai colloqui esponendo subito i loro impegni settimanali ed è difficile che lavorino più di 4-5 giorni di fila». Ne sa qualcosa Alessandro Genzano, del bar La Torre: «Ci sono troppi locali e continuano ad aprirne. Alcuni non si rendono conto di quanto costi avviare e mantenere un’attività».
Il trend
La situazione bresciana è in linea con quella italiana. L’indagine eseguita da The Fork Awards, in collaborazione con Format Research, fotografa un saldo negativo: nel primo trimestre del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, sono state registrate 2.997 nuove iscrizioni di imprese nel settore della ristorazione, per un totale di 4.787 ristoranti con somministrazione nati dall’ottobre 2022 all’estate 2023, a fronte di 9mila cessazioni.
Positivo è invece il trend notato tra i consumatori: l’80,8% ha dichiarato di mangiare al ristorante a cena o a pranzo nel weekend almeno una volta al mese, il 28% una volta a settimana. Dati in salita rispetto al 2022 quando a mangiare fuori casa almeno una volta al mese era il 75,2% dei rispondenti e una a settimana solo il 14,8%.
La mappa
Limitando il focus alla nostra città nel 2023 ha aperto i battenti su piazza Paolo VI il locale Bullaccia. Sempre in pieno centro si sono insediate catene come La Farcia, che propone panini d’ispirazione piemontese e non solo, e Crocca, con le sue pizze sottili e croccanti che sono un tuffo nei mitici anni Ottanta. Ancora: per l’ora dell’aperitivo in via Tosio ha aperto la Spritzoteca con un menù che va dallo Spritz Giusto a proposte «special» come il Punch Spritz. E al Carmine si è fatto notare il nuovo tapas bar di cucina persiana Artemis che vede coinvolto anche Joe Bastianich. Dalla Persia al Giappone: la proposta gastronomica bresciana si è arricchita, in via Leonardo Da Vinci, con il ramen bar della catena Akira. E per gli amanti dello spiedo e della polenta si è accesa l’insegna di Spiedoss.
Quanto, poi, alle chiusure, Palazzolo ha visto abbassarsi la saracinesca del bar La Fonte. Chiari, invece, ha detto addio alla storica pasticceria San Faustino di via Lunghe, ma non ai leggendari Lattemiele: l’attività ha riaperto in via Milano con una nuova gestione, lo stesso nome e la stessa ricetta (segretissima) dei bigné.
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
