Autonomia differenziata, i parlamentari bresciani si dividono

Borghesi (Lega) plaude, Gelmini (Azione) attacca, Bazoli (Pd): «Temo il nuovo centralismo regionale». Ecco cosa dicono
La Camera dei Deputati - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
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La bagarre dei parlamentari bresciani è partita prima ancora che il disegno di legge sull’autonomia differenziata ricevesse il via libera del Consiglio dei Ministri. «Solo uno spot elettorale» ha subito attaccato Mariastella Gelmini (Azione). «Macché, si tratta di una svolta storica, che porterà vantaggi a tutti i territori» ha ribattuto a stretto giro Stefano Borghesi (Lega). Nel mezzo il plauso prudente di Forza Italia e FdI e le critiche «di merito» del Pd, che intravede in questa mossa «il pericolo di un nuovo centralismo regionale». 

La polemica è scoppiata dopo che ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge proposto da Roberto Calederoli per introdurre in Italia l'autonomia differenziata: si tratta di un meccanismo che consentirà alle regioni ordinarie (cioè tutte tranne quelle a statuto speciale: Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta) di chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie, tra le quali l’istruzione, la sanità, la produzione di energia e la tutela dell’ambiente.

Gelmini: «Uno spot»

Mariastella Gelmini (Azione)
Mariastella Gelmini (Azione)

La prima ad accendere le polveri è stata l’ex ministra Gelmini: «L’entusiasmo della Lega è fuori luogo e certifica solo che al partito di Salvini hanno concesso di piantare una bandierina elettorale alla vigilia del voto in Lombardia. Uno spot che non conclude nulla. Affrontare in questo modo l'autonomia significa rinviarla sine die. Di intese con le regioni non se ne potrà parlare prima di due anni». Il tema, per Gelmini, non è l’autonomia differenziata in sé. «Siamo favorevoli, è prevista dalla Costituzione. Il vero tema è come farla». Per «farla bene» ci sono due presupposti: le funzioni che si possono assegnare alle regioni e i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantite uniformemente sul territorio nazionale. «Problemi che sono ben lungi dall’essere risolti».

Borghesi: «Iter finito nel 2023»

Stefano Borghesi (Lega)
Stefano Borghesi (Lega)

Borghesi ribalta invece il giudizio. «Dopo soli tre mesi dall’insediamento del Governo, la promessa è già stata mantenuta - commenta -. È il primo passo, ma è un passo decisivo. Credo che l’iter possa concludersi già nel 2023». Il ddl, precisa, è stato votato all’unanimità: «Un chiaro segnale politico di compattezza della coalizione sul tema». Borghesi rassicura poi sugli effetti: «La Costituzione indica 23 materie che le Regioni possono chiedere di gestire. L’autonomia differenziata non toglie nulla a nessuno. Anzi, come sempre avviene quando la gestione è fatta dalle realtà del territorio, aumenteranno qualità ed efficienza dei servizi e si abbasseranno i costi».

Quanto alle polemiche politiche, «è la sinistra a mettere zizzania sapendo che perderà sia in Lombardia che in Lazio. Gelmini? In un anno e mezzo da ministra non è riuscita a portare uno straccio di bozza sull’Autonomia...».

Paroli: «Non ci saranno cittadini di serie A e serie B»

Adriano Paroli (Forza Italia)
Adriano Paroli (Forza Italia)

Adriano Paroli, senatore di Forza Italia, precisa come il testo sia stato migliorato rispetto alle bozze delle scorse settimane e che il confronto in Parlamento potrà portare altre migliorìe: «L’autonomia differenziata - precisa Paroli - non creerà cittadini di serie A e serie B. Ci sarà un confronto con le Regioni, con la maggioranza e con le opposizioni. Ci sarà modo di lavorare nell’ottica della sussidiarietà, che dovrà valere per tutte le articolazioni dello Stato. L’obiettivo è pero chiaro: non faccia lo Stato quello che può fare meglio la Regione, non faccia la Regione quello che può fare meglio la Provincia o il Comune. È chiaro che l’assegnazione di più funzioni dovrà essere accompagnato da risorse adeguate. Il percorso è avviato - coclude Paroli - ora sarà importante il confronto in Parlamento».

Bazoli: «Così si spostano solo i problemi di livello»

Alfredo Bazoli (Pd)
Alfredo Bazoli (Pd)

Guarda invece al testo con preoccupazione Alfredo Bazoli (Pd): «Mi pare una mossa affrettata in vista delle elezioni regionali - spiega -. Vedo poi almeno un paio di rischi. Per come è stato costruito il ddl, mi pare che al centralismo statale si sostituisca un centralismo regionale. Questo non risolverebbe i problemi degli enti locali ma semplicemente li sposterebbe di livello. Ecco perché molti sindaci si sono già detti preoccupati. Non è così che si valorizzano i territori. Il secondo rischio - continua Bazoli - è quello di uno scardinamento dell’assetto istituzionale del Paese: la Lega ottiene l’Autonomia e in cambio Fratelli d’Italia il presidenzialismo. Un combinato disposto molto pericoloso...».

Maffoni: «L'autonomia serve alla Lombardia»

Gianpietro Maffoni (Fratelli d’Italia)
Gianpietro Maffoni (Fratelli d’Italia)

Per Gianpietro Maffoni (FdI), invece, «l’autonomia è ciò che serve alla nostra Regione per dare un ulteriore slancio alla nostra economia che è già tra le prime del Paese. Al contrario di quando ha affermato il Presidente di Confindustria Bonomi, non ritengo che porti alla spaccatura del Paese. Il governo Meloni sta agendo in maniera ponderata su tutte le decisioni importanti da prendere per l’Italia: è in corso un opportuno confronto con le categorie industriali ed economiche per capire al meglio i prossimi passi da fare. Con l’autonomia ci sarebbe un sano confronto tra i territori senza dimenticare la tutela delle aree più svantaggiate».

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