Autobus e metro, corsa agli aumenti: i sindaci bresciani oggi in Broletto

Dopo Bergamo e Mantova, a Milano ticket a 2,2 euro. Il presidente Alghisi: «Possibili tagli anche in caso di rincari»
La metropolitana di Brescia - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
La metropolitana di Brescia - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
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La corsa ai rincari prosegue. Dopo Cremona, Mantova e Bergamo, anche Milano ha deciso di applicare l’adeguamento Istat e alzare il prezzo dei biglietti del trasporto pubblico. Un po’ ovunque l’indirizzo è chiaro: non toccare gli abbonamenti, tutelando così i clienti abituali, soprattutto studenti e lavoratori; alzare il prezzo dei biglietti, quelli comprati dagli utenti occasionali.

Così a Bergamo dal 1° settembre il biglietto urbano passerà da 1,30 a 1,50 euro. A Milano invece il ticket Atm dovrebbe passare da 2 a 2,20 euro a partire da ottobre. Brescia deve ancora decidere. Da un lato c’è chi ritiene non più rinviabile un adeguamento delle tariffe, in città ferme dal 2014. Dall’altro c’è chi pensa che non sia il momento di aggiungere nuovi rincari, a fronte di un autunno che si preannuncia pesante per le famiglie.

Il presidente dell’Agenzia del Tpl Giancarlo Gentilini ha fatto presente che senza aumentare i ricavi (calati a causa del Covid) e con i costi alle stelle (elettricità e carburante), l’alternativa sarà tagliare le corse. Il rischio, spiega però il presidente della Provincia Samuele Alghisi, è che «anche aumentando le tariffe, resti comunque la necessità dei tagli, vista l’impennata dei costi». Insomma, la situazione è ingarbugliata.

Così, stamattina, dalle 10, in Broletto, si terrà una riunione tra Provincia, sindaci bresciani e vertici dell’Agenzia per fare il punto e decidere come muoversi.

Il quadro

Il dato di partenza è la delibera regionale del 4 luglio che ha fissato in un +7,64% l’adeguamento Istat da applicare al trasporto pubblico, demandando alle Agenzie del Tpl l’adozione del provvedimento. Finora l’adeguamento Istat è sempre stato esiguo tanto da essere riassorbito o non applicato. Quest’anno, con l’esplosione dei costi e con ricavi lontani dal pre-Covid, la situazione è più complessa. Gli stessi contratti tra Agenzia e aziende di trasporto prevedono di adeguare il corrispettivo. E tutte le Agenzie stanno ritoccando all’insù i prezzi.

Il 27 luglio la Regione ha modificato il regolamento che imponeva di applicare i rincari in modo omogeneo. Ora si può differenziare, ad esempio «congelare» gli abbonamenti per pesare meno sulle famiglie, caricando gli aumenti sui biglietti. Basterà a evitare i tagli delle corse? E gli enti locali potrebbero mettere più risorse per evitare i rincari?

Le alternative

«Stiamo mettendo 2,5 milioni di euro l’anno per il Tpl. Siamo l’unica Provincia a farlo. Di più non è possibile» spiega Alghisi. Discorso analogo per la Loggia che versa già 8,5 milioni di euro l’anno per il funzionamento dei bus, oltre a farsi carico della metropolitana. «Va cambiato paradigma - insiste Alghisi -. Bisogna far sì che i soldi per il funzionamento del trasporto siano quelli del Fondo nazionale e del contributo regionale. Se si crede nella mobilità sostenibile, Stato e Regione devono mettere più risorse».

Già prima del Covid, ricorda Alghisi, si era posto il tema: senza aumentare i fondi, nel Bresciano si rischiava un taglio del servizio. Poi il Covid ha congelato tutto. Ora con la benzina alla stelle il tema è ri-esploso. In attesa di risposta da Roma e Milano, che accadrà a settembre? Gli aumenti paiono quasi inevitabili. «Non mi sbilancio. Ho convocato i sindaci bresciani per discuterne con loro - conclude Alghisi - e sapere come vogliono procedere». Oggi se ne saprà di più.

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