Asia Bibi a Brescia: «Scelta coerente con la nostra storia»

Il sindaco Del Bono accoglie l'appello degli avvocati e si dice pronto a dare ospitalità alla donna pakistana e alla sua famiglia
Asia Bibi è rimasta in carcere per 9 anni e 4 mesi: nel 2010 era stata condannata a morte per blasfemia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Asia Bibi è rimasta in carcere per 9 anni e 4 mesi: nel 2010 era stata condannata a morte per blasfemia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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«Questa decisione è molto coerente con la nostra storia. Brescia si è sempre dimostrata capace di tutelare i diritti dell'uomo».

Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, accoglie l’appello ricevuto dal Consiglio dell’ordine degli avvocati a «non rimanere inerte» di fronte alla drammatica vicenda che da nove anni ormai coinvolge la pakistana Asia Bibi e i suoi familiari, che, scrive il presidente dell’ordine degli avvocati di Brescia, Luigi Frattini, in una lettera inviata al primo cittadino, «corrono un altissimo rischio di essere uccisi da gruppi di fanatici».

«Noi dobbiamo avere il coraggio di dare dei segnali forti in controtendenza quando avvertiamo che sono a rischio i diritti fondamentali - ha ribadito Del Bono - Abbiamo preso contatto con l'associazione pontificia e vediamo adesso come si evolve la situazione».

Porte aperte quindi per Asia, ma anche per la sua famiglia e per quella del tutore che si è preso cura di loro in questi nove anni e quattro mesi di disperazione, durante i quali la 47enne è stata reclusa nel carcere femminile con l’accusa di blasfemia e, con la sentenza del 2010, condannata a morte, prima di essere assolta in appello lo scorso 31 ottobre dalla Corte Suprema.

Nella lettera si chiede alla Loggia di offrire «ad Asia Bibi e ai suoi familiari la cittadinanza onoraria, come già due anni fa fece la città di Parigi, affinché possano a Brescia trovare adeguato rifugio» nel tentativo «di porre fine a tale barbarie». Di qui, la disponibilità del sindaco che sta attivando tutte le verifiche burocratiche necessarie e che intende chiedere supporto ad associazioni e parrocchie.

«Sulla cittadinanza onoraria vedremo, la priorità adesso è garantire sicurezza ad Asia e alla sua famiglia. Dopo il caso di Sana Cheema  - conclude il sindaco - continuiamo a lanciare segnali agli stranieri e agli itliani perchè il rispetto delle donne, la promozione umana e la non violenza sono per noi principi che valgono sempre». 

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