Arriva in città la scuola in lingua inglese

In settembre le prime sette classi della Lonati Anglo-American School
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Un logo ch’è già una dichiarazione d’intenti: la bandiera inglese e quella americana si fondono a delineare un grifone, emblema di forza e libertà, richiamando così le caratteristiche della Leonessa. Che sarà sede, dal prossimo settembre, della «Lonati Anglo-American School» (Laas), istituto che nasce da un’idea del gruppo Lonati e che si prefigge - in virtù del motto «Setting the standard of excellence» - di volare alto. Da subito. Ma soprattutto, anticipa Donatella Meneghini Lonati (amministratore unico Laas), «di garantire nel tempo qualità elevatissima».

La scuola accoglie i bambini sin dall’inizio, a partire dai tre anni di età, soglia di un viaggio educativo che si snoda - secondo gli standard definiti dall’organizzazione International Baccalaureate - attraverso il «Primary Years Programme», il «Middle Years Programme» fino al biennio finale «Diploma Programme».

Un’offerta didattica internazionale, insomma, in cui l’intero curriculum è impostato in lingua inglese, in affiancamento naturalmente all’italiano (almeno cinque ore settimanali) e, dalla fase Transition, vale a dire dai quattro anni di età, dal cinese mandarino. Proposta che non deve spaventare. «A quell’età - spiega infatti Donatella Meneghini Lonati - i bambini apprendono tutto. Senza sforzo».

Addirittura, entro i sei anni «i bimbi possono imparare fino a cinque lingue senza fatica». Anzi, divertendosi. Finalità per cui sono pensati pure gli spazi di via Bormioli 60 in città: 1.800 metri quadrati progettati ex novo all’insegna della creatività, comprensivi - nella molteplicità di aree disponibili - di mensa e palestra. Locali che ospiteranno, accanto agli alunni, insegnanti madrelingua, chiamati a formare i cittadini di domani: attivi, intraprendenti, consapevoli. E internazionali.

Da settembre, nello specifico, saranno attivate le prime sette classi del percorso. Cui potranno accedere i piccoli di tre anni e, previo «test diagnostico», i bimbi più grandicelli digiuni di lingua inglese. Test volto «a valutare le abilità - prosegue Donatella Meneghini Lonati -. Fase necessaria anche per far sì che le classi formate siano omogenee in termini di competenze degli allievi».

Per l’iter inverso, invece, per tornare cioè a una scuola italiana, è sufficiente richiedere un esame di idoneità alla classe cui l’alunno intende iscriversi. La miccia da cui «è scattata l’idea - commenta Ettore Lonati, presidente del gruppo Lonati e componente del comitato garante di Laas - risiede nella consapevolezza, acquisita dopo aver molto viaggiato, che a Brescia ci fosse spazio per un istituto del genere, in grado di impartire formazione scolastica e "caratteriale": il bambino è responsabile sin dai primi anni, è in grado di affrontare il mondo». Facendo leva su tecnologia, manualità, modernità e tradizione. In una parola, interculturalità.

Il progetto incontra un interesse crescente nella nostra città, in cui negli anni scorsi sono state attivate l’«Internation School of Brescia» (scuola dell’infanzia e primaria), a Botticino, e l’asilo nido e scuola materna «Little England» di Collebeato. Per informazioni sulla «Lonati Anglo-American School» scrivere a laaslonatisrl @ legalmail.it (le rette partono da 7.500 euro annui).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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