Anziani, la sfida del nostro tempo: fanno volontariato in 15 su 100

Oltre quarantamila. Pari al 15% delle persone con più si sessantacinque anni residenti nel Bresciano. Quarantamila occupati nel volontariato, in un impegno gratuito per gli altri spesso iniziato già prima della pensione e intensificato immediatamente dopo. Numeri che non si possono ignorare quando si fa riferimento all’«indice di dipendenza strutturale», ovvero «il carico sociale ed economico della popolazione non attiva su quella attiva aumentato».
Stato sociale parallelo
Non solo. Un anziano su tre si prende cura dei nipoti almeno fino all’adolescenza e un numero crescente di genitori-nonni contribuisce con la propria pensione e con i risparmi di una vita all’economia delle famiglie dei figli, diventando un vero e proprio perno dello stato sociale parallelo. Serve, dunque, ampliare lo sguardo, quando si parla di anziani. Uscire da comodi stereotipi. Certo, con il progressivo invecchiamento, sono sempre di più coloro che hanno bisogno di assistenza. Ma è un processo attraversato da un impegno per gli altri, dentro e fuori la famiglia. E sono soprattutto le donne le protagoniste. Dentro casa ad assistere gli anziani genitori e fuori, attive nel variegato mondo del volontariato.
Testimonianza
Maria Antonia Galli, presidente della storica «Associazione Balestrieri -Anziani in linea», racconta che i volontari attivi nella sua realtà sono 72, di cui sei uomini. Per la Balestrieri l’impegno continua, anche dopo aver lasciato la gestione diretta delle tre Case famiglia situate nella parrocchie di san Lorenzo, Sant’Alessandro a all’interno della Fondazione Casa di Dio, realtà ora in capo alla stessa Fondazione che continua ad avvalersi della presenza dei volontari dell’Associazione.
«Dopo quarantun anni di insegnante elementare durante i quali ho incontrato generazioni di bambini, mi sono chiesta: adesso cosa faccio della mia vita? Ho iniziato con un’esperienza in Brasile dove mi sono recata per cinque estati in una missione e ho poi continuato a Brescia nei Centri socio-culturali della Balestrieri. Far parte di una realtà di volontariato significa essere all’interno di un circolo virtuoso che aiuta tutti. Ci sentiamo vivi e dopo la tragedia del Covid, in cui tutti siamo rimasti più soli, ora siamo attivi più che mai».
Vitalità
Vivi più che mai. Come quella signora 94enne che ogni giovedì, indifferente a qualsiasi condizione atmosferica, si è recata nel Centro socio-culturale di via Moretto accompagnata dalla badante per partecipare al corso di letteratura italiana. Come quegli anziani che hanno vissuto negli anni della seconda guerra mondiale e si sono messi in gioco per condividere gli «echi di guerra» con una platea numerosa e di ogni età.
«Commovente assistere alla grande disponibilità di tutti per una realtà in cui ciascuno si sente a casa - continua Maria Antonia -. Un esempio: qualche tempo fa una volontaria è stata ricoverata in ospedale e per assisterla ed aiutarla ci siamo mossi tutti, innescando un circolo virtuoso che fa decisamente molto bene a noi che non siamo più giovani».
Gratuità
Il ventaglio della gratuità è ampio. Prevale l’impegno nel sociale, ma è in crescita quello in associazioni culturali o educative e si registra una sensibilità aumentata nei confronti dell’ambiente e della tutela del nostro pianeta. Attenzioni frutto dell’esperienza maturata in vite di lavoro di persone che sulla carta sono sì «a carico», se si considera la percentuale degli occupati in proporzione a quella dei pensionati, ma che negli anni sono state a loro volta supporto di chi era più vecchio.
E se è vero che oggi ogni cento giovani al di sotto dei quindici anni ci sono 170 over 65 mentre vent’anni fa l’indice di vecchiaia era fissato a 119 (cento giovani e 119 anziani), è altrettanto vero che il costante processo di invecchiamento della popolazione non può essere una «colpa» per chi diventa vecchio. Richiede, questo sì, una riflessione sulle cause che allontanano i giovani dalla voglia di diventare genitori.
Il profilo
L’ultrasessantacinquenne è una persona che vive in una casa di proprietà, ha mezzi economici e tempo a disposizione per aiutare anche economicamente i familiari (30% dei casi), ha una vita sociale più ricca e frequenta più spesso gli amici, fa sport (il 14,4% tra i 65 e i 74 anni), va in vacanza e, come abbiamo visto, si dedica sempre di più ad attività di volontariato. Genera una domanda di beni e servizi crescente, diversificata e sempre più significativa, differente da quella che le statistiche coglievano solo un decennio fa. Secondo i dati Eurostat, dal confronto tra over 60 e under 30, emergono, come è naturale, significative differenze nella composizione dei consumi per capitoli di spesa.
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