Allarme rosso per... i marroni: a Bovezzo una mappa per tutelarli

Il Comune vuole censire gli esemplari rimasti sul territorio comunale per poterli salvaguardare
L’assessore Mario Folli durante il censimento nel Parco delle Colline - © www.giornaledibrescia.it
L’assessore Mario Folli durante il censimento nel Parco delle Colline - © www.giornaledibrescia.it
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Di fratta in fratta per creare una mappa dei marroni rimasti sul territorio, che a fine censimento saranno geolocalizzati per essere monitorati da remoto. Un tempo frutto - insieme alle castagne - importantissimo per il sostentamento della popolazione meno ricca, col passare dei decenni gli alberi che li producono sono stati sempre meno curati e (si pensi al cinipide di qualche anno fa) anche attaccati da malattie devastanti.

Per capire quanti esemplari di marrone ci sono ancora a Bovezzo, gli organi di gestione del Parco delle Colline hanno commissionato al tecnico agricolo Gianbattista Tonni una mappatura dettagliata, che prevede la misurazione di ogni singolo albero e la sua geolocalizzazione. Attraverso questo sistema sarà possibile vedere, senza recarsi sul posto, se l’esemplare sopravviverà.

«Finora abbiamo valutato un centinaio di piante - spiega l’assessore all’Ambiente di Bovezzo Mario Folli -, tra cui l’albero monumentale di marroni in località Grassi, che ha un diametro di 2 metri e 63 centimetri e una circonferenza di 8 metri e 26. Negli anni ‘50 è stato colpito da un fulmine ed è sopravvissuto, nonostante sia in stato di sofferenza ormai da parecchio tempo».

Alberi monumentali

Gli alberi monumentali presenti sul territorio, e iscritti nell’apposito registro regionale, sono tre: oltre a quello già citato di marroni, nella tenuta dei Rampinelli in via Garibaldi c’è un ginkgo biloba censito nel 2000 dalle Guardie ecologiche volontarie della Valtrompia. Il terzo è un carpino bianco posizionato a un centinaio di metri da quello di marroni di località Grassi. «Si tratta di un esemplare meraviglioso - precisa Folli -, che è però soffocato dalla vegetazione: per questo motivo nelle prossime settimane intendo radunare alcuni volontari per fare un po’ di pulizia».

Le principali aree interessate dall’operazione sono la Casa natura con il marroneto circostante, che conta una settantina di esemplari; la località Pentere, dove le famiglie Pasotti e Faini hanno le loro cascine storiche e località Grassi, che Bovezzo divide con Concesio. La ricerca interessa poi il fondo Malzanini, la fratta dei Bresciani (rivolta indicativamente verso Cortine) e altri fondi minori tra cui quello di Bonometti. «Le dimensioni degli alberi relativamente alle fratte sono simili - spiega Folli -. Ciò fa dedurre che l’innesto sarebbe stato fatto nello stesso periodo, circa 400 anni fa, probabilmente perché c’era molta richiesta.

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