Alla soglia dei 90 anni, Paolo va in alpeggio a fare il formaggio

L'uomo, di Mazzano, trascorre tutte le estati tra i 1.600 e 2.000 metri con le sue mucche: «È la passione di una vita»
Paolo Zanardini produce formaggi da quando era piccolo: ora ha 89 anni - Foto © www.giornaledibrescia.it
Paolo Zanardini produce formaggi da quando era piccolo: ora ha 89 anni - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ha 89 anni e ha avuto seri problemi di salute, eppure lui, Paolo Zanardini, non ha lasciato un giorno il duro lavoro di agricoltore, che ha iniziato quando era piccolo negli alpeggi delle montagne intorno a Collio, dove è nato e dove ha abitato per molti anni accudendo le mucche e producendo formaggi. Nel 1979, sacrificio dopo sacrificio, con l’aiuto della moglie Rita (con la quale ha avuto cinque figli Domenico, Pietro, Marilena, Nadia e Francesca), Zanardini è riuscito a comprare un terreno in pianura e a trasferirsi a Molinetto di Mazzano.

Tra Mazzano e Collio

È iniziata così l’attività  della «Azienda Zanardini Cascina Santa Rita», che oggi conta 200 capi di bestiame da latte e produce formaggi nostrani. Il legame con le montagne è però sempre rimasto forte: ogni anno, dai primi di giugno, si trasferisce in alpeggio con una parte delle sue mucche e, ancora oggi, produce squisiti formaggi di montagna. Il primo mese lo trascorre alla malga Croce, 1600 metri di altitudine in località Memmo di Collio di proprietà della famiglia dal 1836, per salire poi alla malga «Ma», al passo delle Sette crocette (oltre il passo del Maniva) a 2000 metri. Questo è un appezzamento che da decenni il Comune di Collio gli affitta, e che ormai lui considera come casa sua.

In quei luoghi ancora incontaminati, dove il lavoro segue i ritmi dettati dalla natura, Zanardini dà sfogo a una passione di famiglia fatta di grandi sacrifici, ma intrisa di sconfinato amore per un mestiere che mai si è sognato di cambiare.

I ricordi di una vita

Il suo volto cotto dal sole di montagna e le sue mani forti e callose sono i segni di una vita trascorsa sotto tutte le intemperie sin dalla più tenera età. Zanardini lassù lavora il latte che diventa formaggio, secondo una consolidata tradizione di famiglia messa a punto «anche sbagliando, perché allora non c’erano i mezzi di oggi», come  gli piace ricordare. Formaggi di cui solo la parte finale come la salatura e stagionatura, per motivi igienici, avviene nell’azienda di Molinetto, che poi la figlia Nadia vende sia sul piazzale del Monte Maniva, sia il martedì al mercato di Rezzato.

Lei è quella figlia di cui racconta un aneddoto accaduto nel 1973 all’alpeggio «Crapere» oggi bivacco «Grazzini», che avrebbe potuto avere un epilogo tragico: «Nadia aveva 5 anni ed era stata male per una indigestione di polenta e formaggio fuso provocata dal freddo. Io, dopo aver cercato di scaldarla, l’ho presa in braccio e l’ho portata alla più alta malga Ma per metterla a dormire nella benna giaciglio posta nella stalla. Il calore delle mucche l’ha salvata». In quella stessa benna Paolo e la moglie dormono ancora. Nella malga c’è l’essenziale come tanti anni fa, eppure lassù loro sono felici. 

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