Al Civile metà dosi in meno: aiuti da Milano e dalle altre Asst

Permettono di garantire le somministrazioni fino a sabato e dal 24 al 14 febbraio solo i richiami
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VACCINI DA RIPROGRAMMARE
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Stop ai vaccini anti-Covid per l’intera giornata di ieri nei punti vaccinali dell’Asst Spedali Civili. Una giornata di riposo «forzato» perché le dosi sono finite. La consegna attesa per lunedì è arrivata ieri, con 2.340 dosi, esattamente la metà di quelle attese. Uno scenario che impone anche al Civile, hub di riferimento per i vaccini della Pfizer, di rivedere la programmazione della campagna vaccinale.

Intanto, da oggi a sabato si riprende ad inoculare la prima dose a tutti gli appartenenti alle categorie incluse nella prima fase della campagna (medici, infermieri, operatori sociosanitari e personale di supporto che a diverso titolo lavora nell’azienda sociosanitaria) che avevano già fissato l’appuntamento entro quella data. Poi, da domenica al 14 febbraio si procederà solo con i richiami a coloro che sono stati vaccinati dal 3 gennaio. E lo si potrà fare grazie ad un prestito di circa duemila dosi che il Civile ha ricevuto dalle altre Asst bresciane (Garda, Franciacorta e Valcamonica) e da ospedali milanesi.

«Dopo il taglio di una parte delle consegne da parte di Pfizer, siamo stati costretti a rivedere i nostri calendari - spiega Massimo Lombardo, direttore generale dell’Asst Spedali Civili -. Continueremo con la seconda dose, per completare il ciclo vaccinale individuale così come previsto, a meno che in settimana ci siano altre consegne».

Il rallentamento coinvolge tutte le sedi vaccinali dell’Asst - al Civile, in via Morelli, in via Corsica, a Gardone Val Trompia e a Montichiari - che, nei giorni scorsi, avevano garantito circa mille vaccinazioni al giorno «tanto da essere il primo centro vaccinale della Lombardia» afferma Lombardo. Fino ad oggi l’Asst ha effettuato la prima dose direttamente a circa 9.200 persone (dipendenti, Areu, Usca e operatori di servizio sulle Croci) ed ha consegnato circa tremila dosi alle Rsa di riferimento per vaccinare operatori e ospiti. In totale, oltre dodicimila persone.

Ma per finire tutta la prima fase ne mancano ancora circa diecimila. In questa situazione di incertezza, difficile programmare le vaccinazioni agli ultraottantenni (quasi 18mila i residenti solo nel Comune di Brescia).

«Ci auguriamo verso metà febbraio, ma qualsiasi decisione è legata alla disponibilità del vaccino - continua Lombardo -. Certamente, di quello della Pfizer che ha rallentato la consegna delle dosi programmate, ma anche di altri vaccini che dovrebbero essere approvati a breve.

Intanto, continua il confronto con gli enti locali per individuare spazi utili alla diffusione capillare dei punti vaccinali, compresi gli ambulatori dei medici di medicina generale. Nessuno è escluso alla partecipazione di una delle campagne vaccinali di massa più grandi della storia». Conclude: «Si stanno ipotizzando più modalità di somministrazione proprio perché ogni prodotto ha caratteristiche differenti. Allo stesso modo gli scenari organizzativi possono essere differenti: dagli ambulatori ai punti vaccinali fino ai grandi spazi. Come reclutare gli aventi diritto che aderiscono? Ci stiamo organizzando, mutuando la nostra esperienza a contattare le persone per le visite specialistiche insieme ai medici di medicina generale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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