Achille Lauro, sotto il vestito il niente

Le performance del cantante non hanno accolto il consenso di tutti gli spettatori
Achille Lauro interpreta Elisabetta I durante la finale del Festival - Foto Ettore Ferrari/Ansa
Achille Lauro interpreta Elisabetta I durante la finale del Festival - Foto Ettore Ferrari/Ansa
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Et voilà, via il mantello, il re (del rap? del trap? del samba trap? ma chi lo sa...) è nudo. O quasi... Achille Lauro porta San Francesco sul palco del Festival di San Remo, con la citazione della «Rinuncia ai beni terreni» immortalata negli affreschi della basilica di Assisi. Performance artistica da manuale: riferimento colto, lustrini e paillettes come da ultime tendenze della citazione pop (Francesco Vezzoli docet), erotismo ambiguo...

E per chi non l’avesse capito, il bis e il tris: in scena prima in velluto verde da redivivo David Bowie, poi in pizzo nero e piume di struzzo a evocare la marchesa Casati Stampa, musa di Marinetti e amante di D’Annunzio. Ma il gioco si ferma qui, raggiunto l’obiettivo di scandalizzare i borghesi in prima fila con la visione di un uomo in mutande, senza aggiungere nulla alla storia della performance.

Quella vera, dove l’esibizione del corpo nudo, martoriato, vulnerabile allo sguardo (e non solo) del pubblico è come un pugno nello stomaco, sfida ai propri limiti fisici e psicologici, frutto di lavoro e di fatica, come insegna la regina della performance Marina Abramovic. Qui invece, sotto il vestito... niente. E non c’era bisogno di San Francesco per svelare la (madonna) povertà... di idee.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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