Accordo A2A-Ardian, centrodestra sul piede di guerra

Appello a consiglieri e sindaco: «Troppe ombre, l’operazione va sospesa Subito un tavolo politico»
"NO ALL'ACCORDO A2A-ARDIAN"
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Una partnership industriale per accelerare nelle energie rinnovabili o un’operazione finanziaria minata da molte ombre? A fine mese scadrà il termine per la trattativa in esclusiva tra A2A e Ardian. Il 17 marzo è in programma il cda del gruppo guidato da Renato Mazzoncini e quella potrebbe essere l’occasione per il via libera o lo stop al progetto.

Per il centrodestra bresciano l’opzione è una sola: «Bisogna affossare l’operazione» tuona il leghista Fausto Di Mezza, ex assessore al bilancio in Loggia ed ex consigliere di A2A. «Lanciamo un appello ai membri del cda, soprattutto bresciani: boccino il progetto. L’operazione va rivista e approfondita».

Paolo Fontana, consigliere comunale e segretario cittadino di Forza Italia, allarga «l’appello» al sindaco Emilio Del Bono: «C’è una nostra mozione depositata, attiviamo un tavolo di confronto e troviamo una posizione condivisa. Il Comune, azionista di controllo, non può nascondersi dietro l’alibi dell’autonomia della gestione dell’azienda. Deve prendere la responsabilità di decidere».

Già, ma quali sono i nodi da sciogliere? La lettera d’intenti tra Ardian (gestisce fondi per 120 miliardi di dollari) e A2A prevede una partnership da 4,5 miliardi sulle rinnovabili con la nascita di una newco (55% A2A, 45% Ardian) dentro cui sarebbero conferiti gli asset energetici e i clienti A2A; i francesi verserebbero 1,5 miliardi di capitale, il controllo resterebbe alla multiutility. Da mesi il centrodestra contesta però l’intesa.

E una «prima vittoria», come la chiamato Lega, FdI, FI, è arrivata: le centrali idroelettriche di A2A non dovrebbero più entrare nella newco, ma restare in capo ad A2A. «Bene così, sono impianti strategici e sempre più preziosi» rimarca Gianpaolo Natali (FdI).

Criticità

Per Di Mezza restano però troppi elementi critici. Il primo, centrale, è che «si tratta di un’operazione finanziaria. Non vengono progettati e costruiti nuovi impianti eolici o fotovoltaici, ma si comprano quelli già esistenti dal 2011 di Ardian. Questa non è vera transizione energetica». «A2A ha già comprato da Ardian parchi fotovoltaici ed eolici - aggiunge il capogruppo della Lega Massimo Tacconi -. Ora si vogliono conferire questi impianti nella newco con Ardian. I dubbi e le perplessità crescono». Secondo nodo critico. Il responsabile finanziario di A2A Andrea Crenna, dopo 9 anni in azienda, ha rassegnato le dimisissioni. Ha accettato l’offerta di un importante gruppo e lascerà la multiutility il 20 aprile.

«Siamo preoccupati - dice Giorgio Maione (Lega) - stiamo portando avanti quest’operazione con il direttore finanziairo con le valige in mano». Infine c’è il tema, sollevato dal Fatto Quotidiano, di un possibile conflitto di interesse del presidente di A2A Marco Patuano, senior advisor Nomura, la banca che funge da consulente finanziario di Ardian. La commissione. Insomma, il centrodestra chiede perlomeno di «congelare» l’intesa e di «approfondire» il dossier.

L’occasione poteva essere la commissione bilancio di mercoledì scorso, in Loggia, quando i vertici di A2A (Patuano e Mazzoncini) e il sindaco Emilio Del Bono hanno fatto il punto sul piano industriale dell’azienda. Parlando anche dell’operazione Ardian. Così però non è stato, visto che in quell’occasione non sono arrivate considerazioni critiche.

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Resta che il tema è davvero dirimente per le strategie di A2A nelle rinnovabili e per l’azionista Loggia. «A2A non ha bisogno di un partner finanziario - insiste Di Mezza - può sviluppare le rinnovabili in autonomia, trovando le risorse sul mercato, senza cedere il 45% degli utili ad Ardian. Perché scegliere i francesi, per altro senza gara? Siamo sicuri che un fondo da 120 miliardi lasci comandare A2A?».

Insomma, chiosa l’assessore regionale ed ex vicesindaco Fabio Rolfi (Lega), «l’operazione è delicatissima. Il minimo sindacale è sospenderla. Siamo preoccupati anche per il possibile impatto sui dividendi, da cui dipende il bilancio del Comune». Da qui l’appello al cda del Gruppo ma anche al sindaco. «A2A è dei cittadini bresciani: la politica scenda in campo, con una mozione unitaria» insiste Natali. Come già stato nel 2012.

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