A2a, in Loggia maxi dividendo: 6,6 milioni per il caro bollette

Al Comune cedola da 70,8 milioni, una parte servirà per aiutare le famiglie ed evitare tagli ai servizi
FONDI CONTRO IL CARO BOLLETTE
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I numeri record di A2A fanno felice palazzo Loggia. Il Comune di Brescia incasserà un dividendo di 70 milioni e 803mila euro, più di quanto aveva scritto nel bilancio di previsione 2022 (64,2 milioni). Un extra-cedola che rappresenta un tesoretto prezioso per il sindaco Emilio Del Bono e l’assessore al bilancio Fabio Capra: quei soldi in più daranno vita ad fondo contro il caro bollette per aiutare le famiglie in difficoltà. Ma serviranno anche a far fronte agli aumenti dei costi per lo stesso Comune, in particolare illuminazione pubblica e bolletta elettrica della metropolitana.

In sostanza, è il ragionamento di Del Bono, in uno scenario che sta mettendo in ginocchio non solo famiglie e imprese, ma anche gli enti locali, con le risorse «pompate» nel bilancio comunale da A2A si riuscirà a garantire i servizi e a non aumentare le tariffe (non sono pochi i Comuni che hanno dovuto ritoccare l’addizionale Irpef); in più vi sarà un fondo di circa 3,5 milioni di euro per i nuclei in difficoltà.

Come funzionerà

Il fondo terrà conto del reddito Isee e dei contratti energetici delle famiglie. Quelle che hanno il «prezzo bloccato» e non stanno quindi subendo gli aumenti (42.853 utenze gas su 67.187 e 54.708 utenze elettriche su 84.112 secondo i dati snocciolati da Capra), non rientreranno nel bonus della Loggia. Restano tutte le altre, sulle quali andranno calibrati gli aiuti: più si amplia la platea, più si assottiglia il contributo. E viceversa. Il budget iniziale, va detto, potrebbe anche crescere. Dipenderà anche «dall’avanzo» del rendiconto 2021 (la prossima settimana in giunta, il 21 aprile in consiglio).

Ma, come dice Capra, i conti si faranno alla fine: non è escluso che si parta con un primo fondo e poi se ne lanci un secondo nei prossimi mesi, in base all’evoluzione dei prezzi dell’energia e dei conti comunali. Insomma, si vedrà.

Il bilancio

Il confronto del bilancio 2021 con il 2020 - © www.giornaledibrescia.it
Il confronto del bilancio 2021 con il 2020 - © www.giornaledibrescia.it

Di certo c’è che il 25 maggio il Comune incasserà da A2A oltre 70,8 milioni di euro, otto in più rispetto allo scorso anno. «Una buona notizia» dice Capra. Che il dividendo sarebbe cresciuto era cosa nota, messa nero su bianco nel piano industriale di A2A. La Loggia aveva ipotizzato di incassare 62 milioni e 224 mila euro. Ne incasserà 6,6 in più. Il perché è legato al bilancio record registrato nel 2021 dal Gruppo guidato da Renato Mazzoncini: 11,5 miliardi di euro di ricavi, 504 milioni di utile, proposta di dividendo (dovrà essere approvata dall’assemblea dei soci del 28 aprile) di 0,0904 euro ad azione. Numeri in forte crescita rispetto al 2020.

«Nel piano industriale avevamo previsto una crescita dell’utile dell’8% ogni anno e un incremento del dividendo del 3% l’anno - ha ricordato ieri, presentanto i risultati del bilancio 2021 l’ad del Gruppo Renato Mazzoncini -. Quest’anno, avendo avuto una crescita dell’utile ordinario importante, abbiamo deciso un dividendo extra». Crescono anche gli investimenti che nel 2021 hanno superato il miliardo. I ricavi sono volati (+69%) più che altro per l’aumento dei prezzi del gas («noi non lo produciamo, lo compriamo e lo rivendiamo o lo usiamo per produrre elettricità» ha spiegato l’ad) e per l’acquisizione di alcune società, come il portafoglio fotovoltaico di Octopus. L’utile netto (504 milioni) è cresciuto del 38%, ma la parte ordinaria si è fermata a 400 milioni (+19%, 65 milioni in più rispetto al 2020) a cui vanno aggiunte alcune partite straordinarie.

L'evoluzione del dividendo - © www.giornaledibrescia.it
L'evoluzione del dividendo - © www.giornaledibrescia.it

Mazzoncini ha voluto sottolineare solidità e crescita di tutte le business unit del Gruppo. E ha sganciato la crescita dei conti dal caro-bollette che stanno subendo i cittadini. Sul tema degli extra-profitti che il Governo vorrebbe tassare, ha infatti spiegato: «Abbiamo stimato un impatto di 35 milioni di euro. Poca cosa. Questo perché l’energia rinnovabile (idroelettrico) viene venduta in anticipo». Quindi prima dell’impennata dei prezzi. «Non essendo produttori di gas, noi facciamo solo trading. Questo ha generato un extra-costo di 4,5 miliardi». Ecco, a fronte di 4,5 miliardi di fatturato in più «la crescita sull’utile ordinario» è stata di soli «65 milioni». Insomma, per Mazzoncini «il vero margine si trova altrove». Dove? «Nei grandi produttori internazionali di gas».

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