A Rimini l’Adunata della ripartenza: attesi 11mila bresciani

Dopo due anni di stop gli Alpini si ritrovano dal 5 all’8 maggio tra la città romagnola e San Marino
L'ADUNATA DEGLI ALPINI
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Il conto alla rovescia è partito, ancora due settimane e uno degli appuntamenti più popolari e sentiti, l’Adunata nazionale degli Alpini, tornerà a prendere forma e vita, dal 5 all’8 maggio a Rimini e San Marino. Manca da due anni, quelli segnati dalla tragedia della pandemia, anni durante i quali le Penne nere non sono certo rimaste con le mani in mano, ma al contrario sono state tra i punti di riferimento della comunità a sostegno delle necessità dei cittadini e nel servizio ai centri vaccinali.

Ora ritorna e non può che connotarsi come l’Adunata della ripartenza. Così è stata presentata ufficialmente ieri, nella sede della Regione Emilia-Romagna, a Bologna, dove è più volte riecheggiato il titolo dell’ultimo numero de «L’Alpino», il periodico dell’Ana: «Finalmente», a sottolineare l’obiettivo traguardato dopo la lunghissima attesa, la gioia di ritrovarsi delle Penne nere ed il piacere di accoglierle della gente romagnola.

Accoglienza

Lo ha detto chiaramente il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che ha felicemente raccolto il testimone del suo predecessore Andrea Gnassi, primo cittadino ai tempi dell’assegnazione dell’Adunata alla «capitale» romagnola: «Si concretizza un evento tanto desiderato. Purtroppo abbiamo avuto il dramma del Covid e come amministratori abbiamo dovuto prendere decisioni mai prese, tra cui quella di chiudere i cittadini in casa. Ora si può tornare a stare assieme, ad incontrarsi. Il ponte di Tiberio è già vestito di Tricolore, la città è pronta ad accogliere gli Alpini, condividendo i valori di solidarietà e di impegno.

Aspettiamo - ha aggiunto - gli Alpini bresciani e le loro famiglie, che da decenni frequentano le nostre spiagge. Ora c’è questa ulteriore occasione di reciproca conoscenza, magari ammirando anche il nostro centro storico "tirato a lucido". Il tutto sarà possibile in sicurezza, grazie al grande lavoro organizzativo e logistico messo in campo ed alla nostra esperienza in tema di accoglienza e ospitalità».

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Concetti simili sono stati espressi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini: «Per noi - ha dichiarato - è un grande onore ospitare questa adunata perché segna un ritorno alla vita di prima della pandemia (grazie alla campagna di vaccinazione) e tutti abbiamo bisogno di socialità, ma ricorda anche i valori della solidarietà e dell'impegno per la pace che gli Alpini portano nelle nostre comunità, quanto mai importanti in un periodo come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da una guerra terribile e senza giustificazione. Inoltre questo appuntamento dà un contributo economico straordinario al nostro territorio: nella provincia di Rimini il comparto del turismo vale quasi l’80% dell’economia».

A questo proposito si immagina che nelle quattro giornate della manifestazione potranno arrivare a Rimini circa 500mila persone, tra i 90mila alpini che sfileranno (e di questi circa 11mila saranno quelli delle Sezioni di Brescia, Salò e Vallecamonica) ed i tanti famigliari e simpatizzanti che li accompagneranno. L’indotto diretto ed indiretto stimato ammonta, secondo un’elaborazione dell’Osservatorio turistico regionale, a 145 milioni di euro. Il valore della pace.

Ad esprimere i sentimenti delle Penne nere italiane è stato il presidente nazionale dell’Associazione nazionale alpini, Sebastiano Favero: «Questi due anni di pandemia hanno fatto crescere l’attesa, ora finalmente è arrivato il momento di ritrovarci e stare assieme, in una terra di accoglienza e condivisione. Sono certo che un appuntamento come questo farà bene al Paese, anche perché sarà l’occasione per ribadire i valori condivisi del mondo alpino: la solidarietà, il senso del dovere e di appartenenza e la difesa della pace, sul quale in questo momento vale la pena di insistere, dicendo alle giovani generazioni che un bene tanto prezioso richiede di essere difeso».

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