A Mompiano residenti e universitari cercano di risolvere il tema dei parcheggi

L’ultimo episodio risale al 9 dicembre scorso. Stessa modalità, stesso luogo: il taglio di una gomma a un’auto regolarmente parcheggiata negli stalli bianchi della zona d’incrocio tra via della Garzetta e via Nikolajewka. Da novembre gli studenti della sede di Mompiano dell’Università Cattolica hanno subito una ventina di azioni dello stesso tipo. A una ragazza è capitato addirittura due volte. Si tratterebbe del segnale più eclatante (e deprecabile) di un malcontento che serpeggia tra i residenti del quartiere proprio a causa dei parcheggi: da quando gli studenti hanno preso a frequentare il nuovo campus dell’ateneo, inaugurato nel settembre dell’anno scorso, più d’uno lamenta la difficoltà di trovare un posto auto per strada vicino a casa.

Anche al Giornale di Brescia sono arrivate diverse lettere al riguardo. Il problema, insomma, esiste. Ma non si può parlare di «guerra» tra residenti e universitari. Se infatti questi ultimi, dopo aver segnalato gli episodi alla Polizia locale, hanno preferito in alcuni casi parcheggiare più lontano dalla sede universitaria, il quartiere in generale si dissocia da «atti di vandalismo inaccettabili» che «non hanno nulla a che vedere con la storia e la prassi di Mompiano» e hanno suscitato «sorpresa e allarme» tra gli stessi residenti, come testimonia il presidente del Consiglio di quartiere Claudio Perlotto.
Il quartiere
«La criticità dei parcheggi è diffusa in città: si ritrova in tanti quartieri e Mompiano, che pure è storicamente ben attrezzato a livello di servizi, non fa eccezione - premette Perlotto -. È quindi bastato poco, con l’arrivo degli studenti al campus della Cattolica, per compromettere un equilibrio che reggeva da tempo». Ma l’Università non è certo sotto accusa: «È una risorsa, anche economica, per la città e per il quartiere», sottolinea Perlotto.
Si tratta quindi di «trovare un nuovo equilibrio, consapevoli che la soluzione non è a portata di mano», anche perché «ognuno è libero di muoversi come vuole». Intanto, riferisce il presidente del Cdq, «da una riunione con il Comune sono emersi alcuni elementi significativi: l’attenzione della Locale rispetto agli atti di vandalismo; il potenziamento della presenza dei vigili tanto per impedire altri episodi analoghi quanto per contrastare i parcheggi irregolari; e l’impegno dell’Assessorato alla Mobilità a creare le condizioni affinché anche gli studenti della Cattolica possano usufruire del parcheggio a fianco della fermata Europa della metropolitana (di proprietà dell’Università degli studi) alle stesse condizioni economiche di quelli della Statale. La vera scommessa, però, è indurre gli studenti a utilizzare i mezzi pubblici»: la metropolitana, gli autobus delle linee 15, 10 e 16, la nuova postazione di Bicimia collocata davanti alla sede.
L’Università
Su questo versante la Cattolica fa la sua parte: per l’anno accademico 2022/2023 ha destinato 40mila euro a Brescia Mobilità e 27mila euro ad Arriva per dare agli studenti la possibilità di acquistare l’abbonamento a metà prezzo. Il risultato è che gli abbonamenti annuali ai servizi di trasporto di Brescia Mobilità sono passati da 771 a 858. Più in generale il professor Mario Taccolini, coordinatore delle strategie di sviluppo della sede di Brescia dell’Università, richiama la «fecondità di una presenza qualificata qual è quella della Cattolica» che ha peraltro compiuto una «scelta strategica» con un «investimento oneroso»: 25 milioni di euro.
«È stato il maggiore investimento mai realizzato dal nostro ateneo», ricorda il direttore di sede Giovanni Panzeri, sottolineandone la natura «fiduciaria sulla città prima che economica». Si è trattato peraltro di un recupero immobiliare (com’è noto, nell’ex seminario vescovile) che oggi garantisce agli studenti spazi per lo studio, le relazioni, lo sport... Quanto alla questione-parcheggi, «siamo impegnati affinché eventuali disagi siano ridotti al minimo (anche attraverso la prevista razionalizzazione dell’utilizzo dei posti auto interni riservati a dipendenti e docenti), tenendo comunque conto del fatto che la presenza degli studenti è limitata a determinati periodi dell’anno e orari del giorno».
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