A Messi a Fuoco gli scontri del Rigamonti e il futuro del Brescia

In studio con Andrea Cittadini c'è Erica Bariselli. Nella prima parte della trasmissione il ricordo dell'eccidio di Gornji Vakuf
Violenze e fumogeni in campo al Rigamonti -  Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Violenze e fumogeni in campo al Rigamonti - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Che cosa è successo ieri sera a Mompiano? L’invasione di campo, i fumogeni, le aggressioni alle forze dell’ordine che abbiamo visto al termine della partita Brescia-Cosenza, finita 1-1, che ha decretato la retrocessione in serie C delle Rondinelle: era già tutto preparato? Anche di questo, o forse soprattutto di questo, si parlerà stasera nella trasmissione del venerdì di Teletutto, Messi a fuoco, in onda a partire dalle 20.30. Si parlerà di calcio e di come sia potuto accadere che dopo 38 anni il Brescia finisca in serie C - lo farà in studio Erica Bariselli, ospite di Andrea Cittadini - e sentiremo i commenti delle autorità sugli scontri di ieri: dal sindaco della città, Laura Castelletti a Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, dal questore al prefetto.

La prima parte della trasmissione sarà però dedicata all’eccidio di Gornji Vakuf. In occasione dei trent’anni dall’uccisione di Sergio Lana, Fabio Moreni e Guido Puletti, i tre volontari che si trovavano a bordo di un convoglio di aiuti umanitari diretto in Bosnia Erzegovina, sarà ripercorsa la vicenda e indagata la controversa figura del comandante Paraga, Hanefijia Prijic, capo dei paramilitari che il 29 maggio del 1993 fermarono il convoglio, lo derubarono e uccisero i tre volontari. Paraga è stato condannato a 20 anni di carcere dalla giustizia italiana e bosniaca, già scontati. È libero dalla fine di agosto del 2018. In studio con Andrea Cittadini ci saranno Enrico Mirani, cronista e inviato del Giornale di Brescia che ha seguito l’intera vicenda, e Gigi Fondra, all’epoca parte del coordinamento degli aiuti umanitari che l’anno dopo si recò sui luoghi dell’eccidio per portare a termine la missione interrotta. Compito dei volontari, infatti, non era solo portare aiuti umanitari, ma riportare indietro alcune vedove e orfani di guerra che arrivarono a Brescia nel febbraio del 1995.

 

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