A Ciliverghe la prima messa fuori dalla chiesa devastata dalla tempesta

La funzione nella sala riunioni dell'Oratorio. I tempi del ritorno alla normalità si prospettano lunghi
La sala riunioni dell'Oratorio di Ciliverghe ospiterà tutte le funzioni
La sala riunioni dell'Oratorio di Ciliverghe ospiterà tutte le funzioni
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«Siamo fortunati perché nessuno si è fatto male, io ho ringraziato il Signore per questo: ci dispiace per la chiesa, per le famiglie che hanno subito i danni ma i muri si fanno e si rifanno, le persone no». E ancora: «Ringraziamo il Signore e cerchiamo di chiedere perdono dei nostri peccati. Qualcuno mi ha detto che è stato il castigo di Dio... No, non è assolutamente quello, Dio non castiga in questo modo, siamo noi che ci siamo castigati, sfruttando troppo la natura e l’ambiente, ora la natura si è riversata su di noi che paghiamo per questo». Sono le parole di don Roberto Rovaris, parroco di Ciliverghe, a due giorni dall’ondata di maltempo, che in pochi minuti ha scoperchiato il tetto della chiesa di San Filippo Neri e la canonica rendendole di fatto inagibili, oltre ad alcune strutture esterne dell’oratorio totalmente abbattute. 

  • I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
    I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
  • I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
    I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
  • I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
    I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
  • I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe
    I danni al tetto della chiesa di San Filippo Neri e alla canonica di Ciliverghe

L'iter di ricostruzione

Parole pronunciate ieri all’inizio della prima messa officiata nella sala riunioni dell’oratorio, dove sino a data da destinarsi saranno celebrate tutte le funzioni parrocchiali, funerali compresi. Don Roberto con tono positivo ha rassicurante gli ottanta fedeli presenti alla funzione, informandoli sui passi che nell’immediato saranno fatti per iniziare a sanare una situazione non certo facile anche dal punto di vista dell’iter burocratico che andrà percorso. 

Il primo fra tutti sarà già nei prossimi giorni: si tratta del sopralluogo di una ditta specializzata di Rezzato, che, una volta appurati gli interventi da fare, dovrà provvedere a mettere in sicurezza il tetto. Proprio quella copertura che, seppure sia stato oggetto (come altre parti della chiesa) di una recente riqualificazione eseguita secondo i più aggiornati criteri, non ha retto alla furia inarrestabile del vento. «Fatto questo - ha proseguito don Roberto - si affronterà il problema del restauro del tetto, sperando che, come a volte succede, i lavori consentano comunque di poter entrare in chiesa. Ognuno di questi passaggi dovrà essere discusso con la Curia, il Comune e non da ultimo la Soprintendenza. Potrebbe volerci un anno oppure due ore, non so dire, staremo qua». 

La solidarietà

Don Roberto ha sottolineato inoltre la grande solidarietà espressa dai parrocchiani e non solo, affermando, con la schiettezza che gli è propria, che spera si traduca in operatività e non solo in parole vuote, perché «parlare si fa alla svelta, fare è difficile e contribuire ancora di più». La funzione è poi proseguita in un’atmosfera di grande partecipazione. «Certo i danni subito dal complesso parrocchiale - ha evidenziato il sacerdote - sono davvero enormi, sono stati attimi di vera paura, tutto qui intorno volava, non so davvero come sia successo che nessuno si sia fatto male. Fortunatamente ha retto la struttura dell’oratorio, non così quelle all’esterno che si sono schiacciate come carta». 

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