A Brescia troppi incidenti: le dieci strade più pericolose

Studio Polis Lombardia e Università di Brescia: tra le 20 arterie regionali più critiche, 4 bresciane
La Sp9 Gargnano-Valvestino-Magasa
La Sp9 Gargnano-Valvestino-Magasa
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Negli ultimi 20 anni la striscia di sangue si è di fatto dimezzata. Ma sulle strade bresciane avvengono ancora troppi incidenti. In base agli ultimi dati elaborati da Polis Lombardia, nel 2019, nella nostra provincia, se ne sono verificati 3.356. Un dato che tra alti e bassi oscilla su livelli simili almeno dal 2012. Soprattutto è rallentata la discesa delle vittime della strada: 185 decessi nel 2001, 82 nel 2010, 81 nel 2019. Rispetto al 2001 il numero delle vittime è calato del 55%. Ma l’indice di mortalità provinciale evidenzia valori quasi doppi rispetto all’andamento regionale: 2,4 morti ogni 100 incidenti (dato 2019) a fronte di una media regionale di 1,3.

Il gruppo di ricerca Polis nei giorni scorsi ha presentato lo studio «Incidentalità sulla rete stradale principale di Regione Lombardia». Un’analisi delle tratte critiche che tiene conto della lunghezza e dei flussi di traffico, elaborata con il contributo del CeSCAM (Centro Studi Città Amica per la sicurezza della Mobilità), diretto dal prof. Giulio Maternini. Lo studio incrocia una serie di parametri fino a identificare le strade più pericolose in Lombardia e in ciascuna delle 12 province.

Si scopre così che nel Bresciano il tasso di incidentalità maggiore non si trova su una grande e trafficata arteria, ma sulla Sp9 Gargnano-Valvestino-Magasa. Nell’alto Garda si concentrano parecchie situazioni critiche, tanto che al secondo posto per pericolosità si piazza la Sp 115 Limone-Tremosine mentre al terzo c’è l’ex statale 300 Del Gavia.

Ma come si è arrivati a stilare questa classifica? Il gruppo coordinato da Maternini, grazie al lavoro di Michela Bonera, è partito dai dati. Nel quinquennio 2014-2018, in Lombardia, si è avuta una media di 32.768 incidenti l’anno. La fetta maggiore avviene in ambito urbano ma si se guardano gli indici di mortalità (i decessi ogni 100 incidenti), lesività (feriti ogni 100 incidenti) e gravità (morti ogni 100 persone con lesioni) sono le strade extraurbane le più pericolose, con una mortalità 3,5 volte superiore alle vie comunali.

Per mappare le strade più critiche l’Università non ha tenuto conto solo del numero di incidenti, feriti e morti. Ma, come previsto dalla normativa nazionale ed europea, quei valori sono stati rapportati alla lunghezza delle strade e ai volumi di traffico, «i due più importanti fattori di esposizione al rischia di incidente stradale». Il valore di riferimento si chiama tasso di incidentalità e rappresenta il numero di incidenti in rapporto a un milione di chilometri percorsi.

Un indicatore introdotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal 2012 nelle linee guida per la sicurezza stradale. In base al solo numero di incidenti, sarebbe infatti l’A4 l’arteria bresciana più pericolosa (nel periodo 2014-208 1,087 incidenti al chilometro), seguita dall’ex statale 11 (0,893 incidenti al chilometro). Ma i numeri, spiega lo studio, vanno contestualizzati e messi in relazioni «con i fattori di esposizione al rischio».

Cosa che fa il tasso di incidentalità, in base al quale nelle 20 strade più pericolose della Lombardia, 4 sono bresciane (Sp9, Sp 115, ex Ss 300 e Sp 58 Idro-Capovalle).

Capovolgendo la classifica, le tre strade bresciane più sicure risultano essere la Brebemi, la Sp 57 Gavardo-Vallio-Colle S. Eusebio e la Flero-Poncarale. L’obiettivo dello studio, si legge nel dossier, «è restituire un’analisi delle tratte critiche al fine di individuare i percorsi che presentano livelli di pericolosità maggiore». Una «base conoscitiva» utile le decisione degli enti competenti, così da indirizzare i lavori di messa in sicurezza o modifiche alla viabilità laddove ce n’è più bisognoViabilitàLa mappa della sicurezza stradale

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