A Brescia le auto elettriche sono aumentate del 500% in due anni

Ma il numero assoluto resta basso: le vetture green sono 3.375. Oggi l’Europa vota lo stop a diesel e benzina dal 2035
Alcune autovetture elettriche in carica
Alcune autovetture elettriche in carica
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Lo scorso anno le vendite di auto elettriche in Italia sono raddoppiate. Nel Bresciano la presenza di veicoli green è cresciuta de 135%, percentuale che arriva al 501% nell’arco dell’ultimo biennio. Nel solo capoluogo, lo scorso anno, i veicoli a zero emissioni circolanti sono triplicati, almeno stando al numero di permessi Ztl in possesso della Loggia. Di certo sono raddoppiate le ricariche effettuate sulla rete pubblica cittadina, da 15mila a oltre 32mila. Tutti indizi che confermano la «svolta elettrica» della mobilità privata.

Un trend in crescita «confermato» anche dai dati dei primi mesi del 2022, spiega l’assessore alla mobilità del Comune di Brescia Federico Manzoni, sebbene con un ritmo meno vorticoso. Un’ulteriore spinta potrebbe arrivare se il parlamento europeo voterà la messa al bando dei motori a carburanti fossili (benzina e diesel) dal 2035. Si vedrà.

La fotografia

Di certo la quota delle auto elettriche sul mercato è destinata a crescere. In base agli ultimi dati Aci, nel 2021 le auto elettriche circolanti nel Bresciano sono più che raddoppiate rispetto al 2020 e cresciute di sei volte sul 2019. Tre anni fa erano infatti 561, nel 2021 sono salite a 1.437, lo scorso anno sono arrivate a 3.375. Una crescita percentuale impetuosa, anche se in valore assoluti le auto a batteria restano una nicchia: 3.375 su un parco circolante di 816.216. Di fatto solo lo 0,4% di tutte le auto che circolano nella nostra provincia. Dominano ancora benzina (365mila) e diesel (341mila), sebbene il trend di queste alimentazioni sia in calo.

D’altro canto in base al report Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), nel 2021 le immatricolazioni di veicoli diesel e benzina sono crollate (rispettivamente -16,4% e -28,6%) mentre sono più che raddoppiate quelle di auto elettriche o idride, +151% per le plug-in (quelle che si caricano anche con le colonnine). Uno studio del Politecnico di Milano delinea la previsione del mercato italiano al 2030. Entro il decennio in corso una macchina circolante su 7 sarà elettrica (14%). E per allora le nuove immatricolazioni di auto elettriche saranno in percentuale oltre la metà del totale (55%).

In Europa

A Strasburgo intanto gli eurodeputati ieri hanno discusso e oggi voteranno otto dossier del maxi pacchetto «Fit for» 55 varato lo scorso luglio dalla Commissione Ue, al fine di rafforzare la politica climatica dei 27 Stati membri con il Green deal. Il nodo è lo stop alla vendita di auto termiche dal 2035. Sul tavolo la proposta approvata in commissione Trasporti, ma respinta in commissione Ambiente, di fissare al 90% la riduzione di Co2 (anzichè 100%). Cosa che consentirebbe di «salvare» i motori endotermici più green.

La Lombardia ha elaborato un «manifesto» per l’utilizzo dei carburanti alternativi, a fianco delle trazioni elettriche, prevedendo un futuro con «una pluralità di trazioni»: gli obiettivi «sono il mantenimento della competitività della filiera dell’automotive» lombarda, che conta oltre mille aziende, 50mila occupati, 20 miliardi di fatturato. La sola Confindustria Brescia, come ha ricordato in una lettera agli eurodeputati il presidente Franco Gussalli Beretta, conta 167 aziende e più di 18mila dipendenti in questa filiera. Sia chiaro, ha precisato Beretta, «condividiamo la scelta strategica» del piano europeo. Ma le scelte devono seguire il «buon senso» e avere «fondamenti scientifici».

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Per gli industriale la via maestra è la «neutralità tecnologica»: fissato l’obiettivo (la riduzione delle emissioni), puntare tutto e solo sull’elettrico già dal 2035 vuol dire «consegnare l’intera industria automobilistica europea alla Cina». D’altro canto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, nel chiudere il dibattito di ieri, ha rivolto un appello agli eurodeputati: «Non ci incatenate al passato, non incatenate un’intera industria al passato, aiutate l’industria europea a costruire nuove, entusiasmanti e accessibili auto elettriche, fate la cosa giusta domani: non approvate una soluzione debole e sostenete la nostra proposta».

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