Bassa

Terrorismo, a Manerbio paura e incredulità

Erano dipendenti della “Pulitori e Affini” ed avevano vissuto entrambi a Manerbio i due stranieri, sostenitori dell’Isis arrestati ieri
LE REAZIONI DEI PAESI
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È un paese dove regna lo stupore Manerbio, dove viveva uno dei due arrestati nell' ambito dell'inchiesta antiterrorismo della Procura di Brescia. Nessuno si aspettava che le indagini potessero toccare il paese: «non ci si può più fidare di nessuno. C'è paura» ha detto una vicina di casa del pakistano Muhammad Waqas, che non avrebbe mai dato nell'occhio e che i vicini incontravano raramente. 

Bocche cucite invece nell'azienda dove uno dei due lavorava come addetto alle pulizie. Gli abitanti di Manerbio si sono detti sorpresi: «Nessuno pensava che il terrorismo potesse arrivare in un paese della bassa bresciana» è il commento diffuso.

«Spero che la vicenda non crei ulteriori spaccature tra la popolazione» ha spiegato il sindaco di Manerbio Alghisi, che qualche settimana fa aveva accolto alcuni profughi mentre aveva firmato un'ordinanza di chiusura di una moschea realizzata senza autorizzazioni in un appartamento del paese.

 

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