Sara, fisioterapista e modella su Vogue: «Ragazze, piacetevi»

Dalle quotidiane riabilitazioni motorie svolte sui suoi pazienti… alle riviste di moda. È il percorso della carpenedolese Sara Sudati. Una doppia strada, la sua, percorsa parallelamente e in modo imprevisto: «Mi sono avvicinata alla fotografia con l’intento di superare alcune insicurezze dovute all’aspetto fisico – racconta la 25enne -. E, poco alla volta, ammetto che gli shooting mi hanno aiutato a ritrovare la fiducia persa. Ne ho quindi fatto un piacevole hobby che, a quanto pare, produce qualcosa apprezzato dagli specialisti del settore, sebbene personalmente non credo d’incarnare il paradigma della bellezza da copertina».
Così, pressoché dal nulla, immortalata dai «click», la sua immagine è stata scelta per essere pubblicata su noti magazine di moda: la si trova sui francesi Malvie, Fienfh Magazine e Moevir (grazie agli scatti di Luca Ferrarini in un campo di papaveri), nonché su Poza Magazine e sul celebre portale Photo Vogue.
Il messaggio. Nel dettaglio qui, nella mostra digitale dove espongono 250mila fotografi da tutto il mondo, è presente una delle sue ultime istantanee, realizzata da Chiara Roversi e intitolata «Breathe» (respiro). Guai, però, a parlare di nuova carriera per la giovane. «Certo fa piacere apparire in pagine celebri – sottolinea Sara -, ma mettermi davanti all’obiettivo rimane solo un hobby. Ho un lavoro da portare avanti (è co-titolare dello studio Fisiotek di Castiglione, ndr) e il master di neuro-osteopatia da completare alla scuola Aifromm di Bergamo… e non intendo abbandonarli. Faccio inoltre la fisioterapista per una squadra di pallavolo e all’associazione Audax.
Vita piena? Sì, ma a me piace. Così come mi piace il mondo della fotografia, con cui mi diletto nel tempo libero». In particolare, attraverso pose ed espressioni Sara è decisa a trasmettere un messaggio piuttosto chiaro: «Nel mio piccolo – dice -, vorrei abbattere i canoni che oggi delineano le ragazze “perfette”: ognuno è diverso, nessuno è privo di imperfezioni. Al contrario, ciascuno è e può diventare “qualcuno”. Basta volerlo, credendo in se stessi».
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