Bassa

Radio Kiev: «Gli studenti sono tornati a scuola»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in Ucraina
I controlli di sicurezza in una  scuola vicino a Kherson - Foto Epa/Sergey Kozlov © www.giornaledibrescia.it
I controlli di sicurezza in una scuola vicino a Kherson - Foto Epa/Sergey Kozlov © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Non si capisce più chi avanza e chi indietreggia, la propaganda si muove più velocemente degli eserciti in campo. Le notizie vere secondo il nostro Slava sono chiare: «Le truppe ucraine il 4 settembre hanno conquistato diversi villaggi intorno a Kherson. I video lo dimostrano. 
I russi hanno annunciato di aver distrutto 45 tonnellate di munizioni, la notizia non sta in piedi, basta chiedere a chi conosce la guerra. È grave che molti telegiornali riprendano le notizie false e non controllino le fonti, almeno minimamente, anche se non è sempre facile e nel caso del dubbio sarebbe meglio attendere chiarimenti.

Con certezza le nostre truppe avanzano in tre direzioni, verso Kherson, sulla destra del fiume Dnipro, è la direzione più importante sul piano politico, una volta preso Kherson sarebbe una sconfitta durissima per i russi; l'altra direzione verso Zaporhizhia, verso Militopol dove i russi accumulano le munizioni e negli ultimi 6 giorni si registrano molte esplosioni; la terza direzione è verso Izium, il nodo più importante si chiama Kupiansk, un nodo strategico dove si incontrano le ferrovie che trasportano le truppe. 

Dal 1 settembre, gli studenti sono tornati a scuola e quelle che si trovano vicino ai combattimenti, ovviamente rimangono chiuse, si studia via online da casa. Più del 50% le nostre scuole sono riaperte. Le fabbriche da noi non si chiudono d'estate, è calata la produzione e però le industrie continuano a lavorare. In tempo di guerra, tutti trovano qualcosa da fare, chi studia, chi aiuta a sistemare ciò che è stato distrutto chi ogni giorno va a lavorare al suo solito posto. La vita continua, nonostante tutto».

 

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