Bassa

Radio Kiev: «Continua la tattica di Putin basata sul terrore»

Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona
I danni provocati dall'esplosione di un missile nell'area di Kharkiv in Ucraina -  Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
I danni provocati dall'esplosione di un missile nell'area di Kharkiv in Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Slava registra l'arrivo di nuove armi dagli Usa e dall'Occidente e lamenta la mancanza di munizioni: «Se ci danno i lancia missili e non i missili per noi è un grosso problema, anche se Biden, in questi giorni ha garantito un impegno di spesa di mezzo milione di dollari proprio su questo tema. 

Alle 16.30 di oggi, i nostri portavoce hanno allertato che dal mar Caspio sono stati lanciati 6 missili e dovrebbero colpire il territorio ucraino nel giro di venti minuti, tutte le città più importanti sono state allertate e succede un fenomeno strano. La popolazione ormai è talmente abituata agli orrori e agli spaventi dopo quasi sei mesi di guerra che si muove in modo normale, non corre più ai rifugi come prima è quasi fatalista. Altri missili sono stati lanciati dal mar Nero. Continua la tattica di Putin basata sul terrore.

Intanto l'economia fatica, la moneta si svaluta della metà del suo valore, i prezzi dei generi alimentari aumentano.
Anche in Russia è molto forte la crisi economica, ma lì provvede lo Stato e non conta l'inflazione. Loro battono moneta e non rispondono a nessuna responsabilità internazionale, almeno durante la guerra, poi si vedrà. 
Al tavolo della trattativa, se mai arriverà, la questione econonomica sarà fondamentale sia per quanto riguarda i costi della guerra che per i soggetti che dovranno ricostruire l'Ucraina. I morti non li restituisce e non li paga nessuno. I muri si ricostruiscono e la guerra, alla fine, per qualcuno diventa un grande affare. Cosa ripugnante, ma è la realtà.

Stiamo organizzando il rientro di mia moglie Natascia per la metà di agosto. Tutto dovrà essere il più sicuro possibile, dovrà attraversare i territori meno pericolosi. Speriamo bene».
 

 

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