Bassa

Radio Kiev: «Ci servono i missili promessi dagli americani»

Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona
A Kramatos molti preferiscono stare nelle proprie abitazioni nonostante gli allarmi - Ansa/Pietro Guastamacchia © www.giornaledibrescia.it
A Kramatos molti preferiscono stare nelle proprie abitazioni nonostante gli allarmi - Ansa/Pietro Guastamacchia © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Slava denuncia il comportamento assurdo della Duma, il Parlamentino russo, che ha deciso di definire terroristi i soldati del battaglione Azov di Mariupol e quindi di condannarli a morte: «Putin aveva fatto dichiarazioni diverse, alcuni dei suoi generali avevano definito degli eroi i soldati del battaglione Azov, adesso, improvvisamente, la giravolta dopo aver bombardato la caserma-prigione in cui sono detenuti. Una prova ulteriore dell'inaffidabilità dei russi.

Oggi dalla diplomazia cinese ci dice che Putin sarebbe disposto a trattare. Io chiedo: quando, su che cosa, con quali garanzie? 
I russi spostano le loro truppe a sud su tre città e colpiscono Zaphorizhia, Kharkhiv e le zone circostanti. La loro tattica è chiara, adesso attaccano con tutte le loro forze e una volta conquistato il massimo del territorio chiedono una trattativa per annetterselo. Prendono fiato e avanzano ulteriormente.

A noi servono i missili promessi dagli americani altrimenti la resistenza e la speranza di un contrattacco finiranno per svanire.
Intanto, nel condominio, con appartamento di nostra proprietà, di me e di mia moglie, vicino a Dnipro, si svolgono lavori di manutenzione straordinaria ed è la dimostrazione che la guerra non ferma le attività necessarie a vivere con dignità. È questo il carattere generale dell'Ucraina, resistenza e lavoro, in guerra e in pace».

 

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