La preside di ferro Ravelli si candida a guidare Bagnolo Mella

Tenace, risoluta, grintosa, una donna tutta d’un pezzo e soprattutto un volto noto non solo nella bassa bresciana: Ermelina Ravelli, ex preside del Capirola di Leno, ha deciso di candidarsi alla poltrona di primo cittadino del Comune di Bagnolo. Un nome molto conosciuto, una storia altrettanto importante.
Nativa della Vallecamonica, dopo una vita spesa al servizio dei giovani nella Bassa bresciana, la Ravelli ha accettato di essere il candidato sindaco alla guida di una lista civica, che non ha ancora un nome, ma che accoglierà «chiunque voglia mettersi in gioco per il bene del paese».
Una squadra in divenire, aperta a tutte le realtà bagnolesi. «Mi sono sempre piaciute le sfide - ha spiegato quella che per tutti rimane, nonostante il pensionamento, la Preside - e non potevo non cogliere proprio quella che mi è stata lanciata dai miei studenti, ma anche da molti ex alunni. Certo devo dire che è stato un "sì" sul quale ho ragionato parecchio e certamente una decisione che non ho preso a cuor leggero».
Un curriculum di tutto rispetto quello della Ravelli nel quale, oltre ai quarant'anni «investiti» a formare giovani, troviamo anche la nomina ventennale a consigliere in Cassa Padana, istituto di credito con il quale ha instaurato non solo una collaborazione innovativa fra scuola e banca, ma ha realizzato anche importanti iniziative di microcredito, azioni per l’autonomia e la crescita di comunità in zone fragili. «Desidero guardare al futuro di Bagnolo - spiega la Ravelli - un paese che merita di riscoprire la forza dello stare insieme, a partire dai giovani: è il momento di portare nuovo respiro e slancio al nostro paese con idee e progetti per i quali bisognerà lavorare insieme».
E la prima candidata alla carica di sindaco ad uscire allo scoperto ha le idee ben chiare sugli sulle priorità in caso di vittoria che saranno i giovani e le persone più disagiate. «Se vogliamo far ripartire i nostri ragazzi, così come il tessuto sociale del nostro paese - precisa - servono solidarietà, condivisione, inclusione, ma anche corresponsabilità diffusa. Dobbiamo lavorare per obiettivi e questo sarà possibile solo grazie a una squadra che condivida questi valori. Ora vedremo chi risponderà, io ormai mi sono messa in gioco...»
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