Bassa

Inchiesta conclusa: c’è il reintegro dei tre dipendenti comunali

Erano stati sospesi perché timbravano e andavano a scaricare i camion a teatro
Furbetti del cartellino. «Erano autorizzati ad agire così»
Furbetti del cartellino. «Erano autorizzati ad agire così»
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Tornano al lavoro. Reintegrati dallo stesso giudice che una settimana fa li aveva sospesi per 60 giorni. Hanno ripreso la loro attività in Comune a Montichiari i tre dipendenti pubblici finiti nel registro degli indagati con le accuse di truffa, falsa attestazione e peculato.

Secondo l’accusa gli operai Adriano Belleri, 51 anni, e Francesco Carrara, 53 anni, tra novembre e febbraio avrebbero in più occasioni timbrato il cartellino per poi lasciare il posto di lavoro e andare a scaricare i camion delle compagnie teatrali che la sera si sarebbero esibite al teatro Bonoris. Dopo che la responsabile del teatro avrebbe chiesto aiuto e personale a Danilo Caprioli, 52 anni, coordinatore degli operai del Comune bassaiolo e anche lui coinvolto nell’inchiesta. I tre hanno dimostrato in sede di interrogatorio di essere stati autorizzati. Lo hanno fatto mostrando una mail firmata dalla dirigenza.

Per il gip Cesare Bonamartini è venuto meno il dolo e la sospensione è stata così annullata. Scagionati. Già in una prima fase delle indagini condotte dalla Polizia locale di Montichiari, i tre dipendenti pubblici avevano raccontato di aver ricevuto il via libera per aiutare le compagnie teatrali durante l’orario di lavoro. Per questo il gip inizialmente aveva rigettato la richiesta di misura cautelare formulata dal pm, sostenendo che non ci fosse la prova che i tre non avessero l’autorizzazione ad agire come hanno fatto.

Il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani aveva quindi interrogato i dirigenti del Comune di Montichiari e - si legge nell’ordinanza di sospensione - «tutti avevano negato citando il regolamento comunale di organizzazione degli uffici e dei servizi che impedisce di autorizzare attività extralavorative che si svolgano durante l’orario di servizio e che comportino l’utilizzo di mezzi, beni o attrezzature di proprietà dell’ente di appartenenza». Ora una mail scagiona i tre ex furbetti del cartellino. Tornati da ieri al lavoro.

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