Bassa

Imu, il sindaco: «I cittadini a Ghedi saranno chiamati uno a uno»

Il Comune aveva spedito 1.694 lettere con l’F24 compilato, ma quelle lettere non sono mai arrivate
GHEDI, LA VICENDA IMU
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È passato un mese, ma dell’Imu non si sa ancora niente. Come accadeva da alcuni anni a questa parte, lo scorso novembre il Comune ha spedito ad Halley Informatica 1.694 buste contenenti il saldo Imu: buste che, previo pagamento della relativa parcella, sono state girate a Poste italiane affinché, con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza del 16 dicembre, le recapitasse nelle case dei ghedesi. Le buste, però, non sono mai giunte a destinazione e il sindaco Federico Casali si sta ancora chiedendo che fine hanno fatto. «Alle nostre richieste anche scritte – spiega il primo cittadino – Poste italiane ha sempre risposto con grande gentilezza, dicendo che l’azienda è impegnata a implementare e migliorare il servizio. Di tutto ciò siamo molto contenti: sapere che Poste sta lavorando per noi ci rende oltremodo felici. Però non mi hanno ancora detto che fine hanno fatto le nostre 1694 buste…».

«Voglio e devo sapere. Voglio perché mi sembra giusto conoscere cosa è realmente accaduto - dice Casali -: la cosa non può finire così, a tarallucci e vino, come se niente fosse. Devo sapere perché per questo servizio (di cui i cittadini non hanno goduto) il Comune ha pagato in anticipo: non vorrei che, tra qualche anno, fossi chiamato a rispondere personalmente di un danno erariale causato da altri. Come sindaco devo già giustificare tutti gli atti che faccio; non ho intenzione di rispondere, e magari pagare, per danni causati da altri. Pretendo che tutto sia chiarito».

La questione ha pure un risvolto pratico, che comporta un aggravio del lavoro per gli uffici comunali: «Dal momento che per i ghedesi la comunicazione con l’importo da pagare era oramai una consuetudine - ipotizza il sindaco -, è assai probabile che, non vedendola arrivare, qualche cittadino abbia pensato di essere a posto e di non dover mettere mano al portafogli. Ragionamento comprensibile ma sbagliato, perché, prima o poi, lo Stato arriva a batter cassa, ovviamente pretendendo anche interessi, multe e via dicendo». Per evitare che questo accada, ora che sono passate le feste e (Covid permettendo) tutti i dipendenti sono tornati al lavoro, agli uffici comunali si prospetta un bell’impegno: «In pratica, incrociando i dati in nostro possesso, dobbiamo verificare chi ha comunque pagato e chi invece no, invitando questi a fare quel versamento che andava fatto entro il 16 dicembre ma che, non per colpa loro né del Comune, non è stato fatto». Altra questione sarà l’eventuale mora che arriverà.

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