Bassa

Imu: lettere sparite, i cittadini a Ghedi non sanno quanto pagare

Erano state affidate alle Poste. Oggi scade il termine. Il sindaco Federico Casali: «Che disservizio, Consiglio in campo»
LE CARTELLE NON ARRIVATE
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L’idea era buona: visto che l’Imu è da pagare, cerchiamo almeno di evitare ai ghedesi la seccatura di andare in Comune, farsi fare il «conto», compilare il bollettino… Tutto era filato liscio, fino a quando il diavolo non ci ha messo le corna. E allora un servizio pensato per favorire i cittadini ha finito per ritorcersi contro di loro.

Era il 2011 quando, all’interno della manovra «Salva Italia», Mario Monti istituiva l’Imu. Visto che pagare non piace a nessuno, il Comune di Ghedi pensò di alleviare la sofferenza dei cittadini, facendo recapitare direttamente nelle loro case il modello F24 con l’importo da versare. Così era accaduto negli anni passati, così è stato fatto anche quest’anno.

Il 24 novembre (quindi con largo anticipo, visto la scadenza del 16 dicembre) gli uffici del Comune hanno spedito ad Halley Informatica 1694 buste contenenti il saldo Imu: buste che, previo pagamento della relativa parcella, sono state girate a Poste italiane, affinché le recapitasse nelle case dei ghedesi.

Il problema

Da allora, nonostante le numerose richieste della stessa Halley, ma anche del Comune, di quelle buste si sono perse le tracce. Il tutto accompagnato da un silenzio tombale di Poste italiane. L’unica certezza è che oggi, scadono i termini per il saldo, ma i ghedesi non sanno quanto devono pagare perché le informazioni relative ai versamenti sono in quelle 1694 buste sparite nel nulla.

I più ottimisti, quelli che si rifanno al motto «passato lu giorno gabbato lu santo» potrebbero pensare che in fondo è meglio così: se il Comune non ci ha mandato il saldo, noi non paghiamo… Costoro non tengono conto di due particolari. Primo: le buste che arrivano a casa non sono un obbligo, ma un servizio non dovuto che il Comune offre ai cittadini. Secondo: se c’è una cosa di cui si può stare certi è che, prima o poi, lo Stato viene comunque a batter cassa.

Per evitare che, fra tre o quattro anni, ai ghedesi arrivino cartelle esattoriali relative al mancato versamento, si sta pensando a una mozione da portare in Consiglio comunale, che chiede allo Stato di farsi carico delle eventuali conseguenze del mancato e incolpevole non pagamento.  Laconico il commento del sindaco Federico Casali: «Siamo dispiaciuti perché un nostro servizio non solo non si è concretizzato, ma, senza nessuna nostra responsabilità, ha finito per creare un disservizio. L’Ufficio tributi è a disposizione per rispondere alle domande». Info alla mail tributi@comune.ghedi.brescia.it o allo 030.90581(digitare 1 e poi 0).

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