Bassa

«Il Piano cave non rispetta il nostro territorio»

La rabbia del sindaco Togni. «Riperimetrare gli ambiti è una scelta del tutto sbagliata»
PIANO CAVE, "ENNESIMO SCEMPIO"
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Dopo quello di Montirone arriva un nuovo affondo alla proposta di Piano cave presentato dalla Provincia di Brescia lo scorso 9 novembre. Questa volta è il primo cittadino di Montichiari, Marco Togni, ad anticipare, rispetto alle osservazioni tecniche che saranno inviate in Broletto, «la forte delusione politica per un piano cave sovradimensionato rispetto al vero fabbisogno». Ma per il sindaco della cittadina nota (anche) per i 12 milioni di metri cubi di rifiuti tombati a poche centinaia di metri dalle abitazioni, non è solo un problema di quantità di ghiaia e sabbia da prelevare, prevista nel nuovo piano provinciale per il prossimo decennio (oltre 41 milioni di metri cubi), con un aumento di 2 milioni nell’Ambito estrattivo 43 monteclarense. Il problema sono proprio le discariche.

«È assurdo - afferma Togni - che venga presentato un piano dove dalla nuova perimetrazione degli ambiti di estrazione vengano tolte le discariche esistenti. Prima di divenire discariche erano cave. Così si cancella dalla storia quel che Montichiari ha già pagato in termini di ghiaia e di sfruttamento della brughiera».

La preoccupazione di Togni è condivisa anche dalle opposizioni in Consiglio comunale che, con un post pubblicato su Facebook da Matteo Mirto, pur giudicando «tardive» le proteste del sindaco, chiedono di convocare la commissione Ambiente per confrontarsi sulle osservazioni da presentare in Broletto, dove nel frattempo è stata rinviata la conferenza per la Vas, la valutazione ambientale strategica. Togni ritiene «inaccettabile» il prelievo di altri due milioni di metri cubi di ghiaia dall’Ate 43 anche perché, spiega, «verrebbero escavati su nuovi 180.000 metri quadrati di terreni oggi agricoli. Non solo - aggiunge - queste nuove aree vengono conteggiate come “consumo di suolo”», che si affianca a quello dovuto al Piano d’Area dell’Aeroporto. Una condizione che costringerebbe il Comune di Montichiari a ridurre «ulteriormente la programmazione dello sviluppo urbanistico del nostro territorio per rispettare il consumo di suolo zero dovuto anche alle cave».

Togni evoca quindi una «nuova battaglia ambientale come quella fatta anni fa per contrastare le discariche e quella dello scorso anno contro il depuratore del Garda. Prima che l’ennesimo scempio ambientale – conclude Togni – distrugga per sempre il territorio bresciano».

 

 

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