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Il Parco dell'Oglio ha fatto ricorso contro quattro nuove centraline idroelettriche

Si dibatte di salute del fiume, interesse delle comunità e di energia pulita. A novembre la sentenza del Tribunale delle acque
Uno scorcio del fiume Oglio a Pontoglio (foto d'archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio del fiume Oglio a Pontoglio (foto d'archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Alla ricerca dell’equilibrio perduto. Di un sistema che sappia conciliare gli interessi pubblici e quelli privati: le necessità dell’agricoltura, dei produttori di energia pulita, dell’ambiente e delle comunità locali. Il futuro del fiume Oglio passa da questa strada. L’alternativa è una battaglia continua a suon di carte bollate fra i soggetti in campo che si oppongono o reclamano lo sfruttamento dell’acqua.

Sul tavolo romano del Tribunale superiore delle acque pubbliche giacciano quattro ricorsi del Parco dell’Oglio Nord contro altrettante concessioni a derivare rilasciate dalle Province di Brescia e Bergamo su progetti di nuove centraline idroelettriche a Pontoglio, Calcio, Urago e Orzinuovi. Una battaglia legale che va avanti da anni. Troppe centrali in un tratto così ristretto del fiume fanno male all’Oglio, dicono il Parco, gli amministratori locali, i cittadini. Sono impianti moderni e sostenibili, ribattono i titolari.

A dirimere la questione non aiuta certo il fatto che «in queste materie si sono stratificate normative diverse difficile da coordinare», dice l’avvocato Mario Gorlani, che assiste il Parco nelle vertenze. Si sovrappongono leggi italiane (una del 1933) e direttive europee su energia, paesaggio, uso del territorio. «Ma non è serio che sia la magistratura a dover decidere su temi che riguardano la politica», sottolinea il presidente del Parco, Luigi Ferrari.

Il convegno

Concetti espressi ieri nel convegno «L’utilizzo dell’acqua del fiume Oglio per scopi idroelettrici e irrigui» ospitato dalla Fiera di Orzinuovi. «Se siamo qui a parlarne - esordisce il sindaco Giampietro Maffoni - significa che qualcosa non ha funzionato. Va bene l’energia pulita, ma il business non deve prevalere sugli interessi della comunità e della natura». Va trovato un equilibrio fra gli «utilizzatori dell’Oglio», sostiene Ferrari.

Nei 35 km di fiume fra Sarnico e Orzinuovi sono attive 28 grandi derivazioni: 19 a scopo irriguo, 9 per le centraline idroelettriche. In alcuni punti sono presenti entrambi gli usi, sfruttando derivazioni storiche.

Le vertenze

L’ultima centrale costruita (compresa la derivazione) è entrata in funzione l’anno scorso a Torre Pallavicina (di fronte a Roccafranca), al Chiusone, uno dei punti più caratteristici dell’habitat fluviale. Altre sei centraline progettate sono in fase istruttoria, quattro sono oggetto di contenzioso davanti al Tribunale delle acque.

Nel dettaglio, si contestano le concessioni sulla Castellana a Pontoglio, sulla Calciana (il progetto prima previsto a Calcio è stato riproposto a Urago), Molino a Urago, Conta a Barco di Orzinuovi. Si attende una decisione del Tribunale a novembre. Intanto sono proseguite le pratiche per la costruzione delle centraline vere e proprie: la Provincia di Brescia non ha autorizzato i progetti di Molino e Castellana. A questo punto sono scattati i ricorsi dei proponenti. Un groviglio di carte bollate.

Le centraline di Pumenengo e Calcio

Per altre due centraline, a Pumenengo (roggia Molinara) e a Calcio (località cascina Borella), siamo ancora alle fasi preliminari. Il Parco, sostiene la direttrice Claudia Ploia, «ha il dovere istituzionale di tutelare le riserve naturali e le aree pregiate. I ricorsi riguardano impianti in queste zone». L’ente, continua l’avvocato Gorlani, «non ha un atteggiamento pregiudiziale contro le centraline. Abbiamo detto anche dei sì».

Il Parco «chiede che prima di autorizzare altri impianti si faccia una valutazione sul loro impatto cumulativo sulla salute del fiume. Serve uno studio sugli effetti complessivi, così da decidere se e dove autorizzare». La politica deve fare la sua parte. «Nelle prossime settimane - annuncia il presidente Ferrari - i rappresentanti dei Parchi incontreranno gli assessori regionali Giorgio Maione e Gianluca Camozzi e le Province per cercare una soluzione condivisa a questi problemi». 

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