Bassa

Il mercanteggiare della tradizione tra asini e uova

«L’Incanto» risale al 1844: il 16 agosto si scenderà in piazza per l’asta benefica
Il banditore. Il ricavato servirà per opere sul tetto della parrocchiale
Il banditore. Il ricavato servirà per opere sul tetto della parrocchiale
AA

Fra le tante tradizioni che hanno mantenuto seguito, una delle più radicate è sicuramente «L’Incanto» di Gambara. Un evento che va molto indietro nel tempo, fino al 1844. Sempre la stessa la data fatta coincidere con la giornata dedicata a San Rocco il 16 agosto.

A idearla nella prima metà del diciannovesimo secolo l’intraprendenza del parroco gambarese di allora, che la volle istituire per dar sostengo e conforto ad una famiglia di umile estrazione messa in ginocchio da una grave disgrazia: la perdita della moglie e mamma. Una penosa sventura per quel padre che si trovò in gravi difficoltà per sbarcare il lunario e garantire il minimo sostentamento ai figli. Il caso commosse tutta la comunità che fu chiamata dal prete a fare un gesto di carità nel donare qualcosa per poter mettere in piedi un asta e raggranellare qualche risorsa da devolvere agli sfortunati. Fu subito gara di generosità.

Così, anno dopo anno, si è giunti alla 174esima replica che sarà appunto giovedì 16 agosto. Invariati anche i connotati organizzativi dell’evento: la riunione in canonica del comitato, presieduto dal parroco don Luciano, la questua poi nella serata stabilita le sfide per l’aggiudicazione dei premi raccolti. Quest’anno ci saranno però novità. Per motivi sanitari non ci saranno pennuti né tantomeno conigli. A rappresentare il mondo animale, da sempre forte richiamo dell’asta, «solo» vitelli e suini e, dopo 25 anni di assenza, riappare fra la mercanzia un asinello, considerato fin dall’inizio l’emblema della manifestazione. A giostrare, il banditore gambarese per antonomasia, Mario Sedassari.

Alle 21, nella piazzetta retrostante la chiesa del Suffragio, il frutto della questua diventerà oggetto di sfida a suon di puntate e rialzi. Tre ore concitate di trattative tra, oltre agli animali, farina, uova, pasta, verdure, fiori, salami, vino…. Il ricavato sarà destinato alle opere del tetto della parrocchiale.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia