Il colle San Giorgio di Montichiari culla e nutre coleotteri rari

Sulle pendici del colle di San Giorgio resiste un piccolo boschetto in cui regna una sorprendente biodiversità: lì sono state riconosciute due specie di coleotteri che prima d’ora nessuno aveva mai trovato in Lombardia.
A testimoniarlo sono le ricerche che il professor Luigi Petruzziello, appassionato entomologo e docente, ha condotto dal 2015 al 2021, spesso accompagnato dai suoi studenti dell’Istituto Omnicomprensivo Bonsignori di Remedello. Un primo esito di queste ricerche è stato pubblicato a dicembre sulla rivista scientifica «Quaderno di studi e notizie di storia naturale della Romagna».

La forza di questo boschetto in cui proliferano tante specie di insetti risiederebbe nel fatto che la mano dell’uomo non lo avrebbe troppo disturbato nel corso degli anni: «Accanto a piante rigogliose, vi sono alberi vetusti e ormai morenti che non sono mai stati rimossi: per questo si sono creati microhabitat perfetti per i coleotteri saproxilici (ossia legati durante una fase del loro ciclo vitale al legno di piante morte o deperenti)» spiega Petruzziello.
Il boschetto, tagliato da una strada con filari di tigli, è composto specialmente da querce, frassini minori, olmi, aceri campestri, robinie, platani e biancospini e il legno vetusto, soprattutto di quercia, è diventato casa, rifugio e cibo di tanti insetti. Il docente 57enne, residente a Remedello, in quel fazzoletto intatto di terreno, ha censito, in circa sette anni, ben 74 specie di coleotteri saproxilici appartenenti a varie famiglie (oltre a 59 specie di altri coleotteri), ma sono due le specie che hanno attirato l’attenzione, il Trichoferus Pallidus e il Lamprodila Mirifica, entrambi mai trovati prima nella nostra regione.
Inoltre, come ci spiega Petruzziello stesso, il Trichoferus è piuttosto raro in generale, non solo in Lombardia, ed è stato segnalato come specie in pericolo d’estinzione.

Oltre a queste due, sono state campionate altre specie di grande interesse perché considerate molto rare. «Il rinvenimento costante e abbondante di coleotteri saproxilici considerati dei bioindicatori dello stato di salute dei boschi e la presenza di più di cinque «alberi habitat» per ettaro rendono la stazione di monitoraggio di Montichiari un ambiente forestale che andrebbe tutelato e preservato», si legge nell’articolo.
«Le ricerche sono state condotte in diverse stagioni dell’anno - ci dice Petruzziello -. All’inizio ho selezionato quel boschetto per comodità: era un punto strategico per incontrare alcuni miei studenti più appassionati a cui, in orario extrascolastico, mostravo come condurre ricerche entomologiche. Scoperta la particolarità del luogo, ci ho portato anche altri miei studenti. È importante tutelare quest’area».
Petruzziello, insegnante di Esercitazioni di Biotecnologie agrarie al Bonsignori, ha offerto il suo contributo alla conoscenza della biodiversità in altre occasioni, già riportate dal nostro giornale: negli anni, infatti, ha scoperto quattro specie nuove alla scienza, ossia tre specie di coleotteri (due raccolte nel salernitano e una in Valvestino) e una di ragno (nel salernitano).
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