«Eroi della fede»: l'arte unisce Brescia e lo Sri Lanka
Nell’isola di Sri Lanka la Pasqua del 2019 fu tragicamente insanguinata da più attentati anticristiani che colpirono diverse chiese seminando morte fra i fedeli e distruzione degli edifici sacri. Tutto il mondo si strinse a quel popolo per cercare di lenire le dolorosissime ferite. Con Brescia c’è un legame speciale: la comunità cingalese da sempre è tra le più numerose nel frequentare il santuario delle Fontanelle di Montichiari. Non solo, c’è anche una antica amicizia fra Brescia e l’arcivescovo di Colombo cardinale Malcolm Ranjith, titolare di una delle chiese ferite. Un rapporto che si rinsalda grazie a un dono molto speciale: dodici statue raffiguranti di dodici apostoli (gli «Eroi della fede») andranno proprio nella parrocchiale del cardinale Ranjith a sostituire quelle che furono distrutte lo scorso anno.
Fino a lunedì saranno esposte in Duomo Vecchio, poi la benedizione del vescovo Pierantonio Tremolada e quindi la partenza verso lo Sri Lanka. Le opere sono state realizzate in terracotta da Cesare Monaco, artista bresciano originario di Dello. «La sfida raccolta da Monaco è stata egregiamente vinta - spiega mons. Ivo Panteghini, cappellano dei Decorati Pontifici, sodalizio promotore dell’iniziativa con la Diocesi, la Compagnia dei Custodi delle Sante Croci, la Confraternita di Sant’Anna, la Confraternita di Santa Maria delle consolazioni e le Missionarie laiche di San Paolo -. Ha reinterpretato da par suo i primi annunciatori del Vangelo, avvicinandoli agli eroi di un’antichità che ormai echeggia soltanto nelle stanze dei musei. Monaco ha voluto rendere omaggio con l’arte e con il cuore quegli sconosciuti eroi della fede il cui sangue ha bagnato le chiese dello Sri Lanka. Sembra quasi che queste opere vogliano ergersi contro quel sogno barbaro e violento che ha nascosto strumenti di morte tra gente che celebrava la vittoria della Vita. Menzogna, male e morte camminano sempre tristemente insieme».

«Quando nell’estate del 2019 ebbi il piacere di conoscere personalmente il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don ed ascoltare dalla sua voce il racconto delle molteplici difficoltà che incontravano i cristiani dello Sri Lanka - spiega Monaco -, restai profondamente colpito e turbato. Questo incontro ha segnato profondamente anche la realizzazione delle opere - Ho deciso di realizzare le sculture utilizzando l’argilla, il materiale più povero che ci offre la natura, per la sua profonda valenza simbolica: terra che una volta cotta si tramuta in sostanza nobile e duratura. In questi mesi di lavoro segnati anche da eventi tragici come la pandemia, ho maturato la convinzione che le sculture avrebbero dovuto sganciarsi dall’idealizzazione ed umanizzarsi; ho scelto quindi di non abbandonare un linguaggio naturalistico in favore di un’eccessiva stilizzazione, ma di cercare la giusta proporzione fra il vero e l’astrazione». Ringraziamento. «Conosco bene la Diocesi di Brescia - ha scritto il cardinale Ranjith -e la bontà generosa dei suoi fedeli e dei suoi sacerdoti. Vi ho passato molto tempo da giovane seminarista e sacerdote mentre studiavo e lavoravo a Roma. Don Abramo Putelli, di veneranda memoria, è stato per me quasi un secondo padre. Quindi pensando alla terra bresciana il mio cuore si riempie di ricordi e di commozione. Anche in questo momento difficile la Brescia Fedele conforta il mio animo con un dono generoso. Il sangue dei nostri fratelli, degli amici, delle spose e delle mamme, dei vecchi e dei bambini è ancora incrostato su quel che resta delle vecchie sculture».
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