Dopo il sindaco, dimissioni per tre assessori

Ore frenetiche e convulse di incontri e trattative tra le varie forze politiche che guidano l'Amministrazione comunale per cercare una quadratura al cerchio che si è rotto nei giorni scorsi con le dimissioni del sindaco Cesare Meletti.
Martedì mattina tutti e tre gli assessori espressione della Lega Nord (in maggioranza con Pdl e Fli) si sono dimessi. Ferruccio Casaro, vice sindaco e assessore al Bilancio e alla Sicurezza, Vanessa Marenda, responsabile Cultura, Sport, Politiche giovanili e associazioni, e Giuseppe Morandi, che guidava l'assessorato dei Lavori pubblici, Ecologia, Verde pubblico e Parchi, hanno rimesso nelle mani del sindaco le proprie deleghe. La Giunta risulta ora azzerata: all'indomani della ratifica delle proprie dimissioni il primo cittadino, ricordiamo, aveva ritirato le deleghe agli assessori Alberto Zucchi, Daniela Valentini e Cristina Cavallini, tutti e tre del Pdl.
Per l'intera giornata di martedì gli incontri si sono susseguiti sia a livello locale sia a livello provinciale. In serata il direttivo del Pdl manerbiese ha incontrato il segretario Alessandro Mattinzoli, i due vice Margherita Peroni e Gianpietro Maffoni e i vertici provinciali del partito per un chiarimento sulla crisi di governo. La lunga riunione non ha portato frutti. Tutto è rimasto congelato. Ulteriori confronti proseguiranno in queste ore al fine di evitare il commissariamento. Anche i direttivi degli altri partiti, sia di maggioranza che di minoranza, hanno organizzato riunioni per vedere il da farsi. A ore sono attese soluzioni ad una situazione che tiene in stallo la macchina amministrativa di Palazzo Luzzago e che si fa sempre più ingarbugliata.
Lunedì sera, dicono dal Pdl, «abbiamo avuto un confronto schietto e sereno all'interno del nostro movimento e con le altre forze politiche che compongono la maggioranza per capire quali sono i rapporti, se, come e su quali basi proseguire l'esperienza amministrativa con Meletti alla guida. Quindi abbiamo incontrato il sindaco per un chiarimento». Tutto quindi ancora in fermento, per una situazione che è sempre più in evoluzione e che attende nelle prossime ore un epilogo. Ad innescare la crisi è stata la mancata approvazione della variante al Piano dei servizi destinata a trasformare l'area che potrebbe ospitare la Rsa, nell'ex consorzio agrario, da ludico a socio-assistenziale. u. sc.
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