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Depuratore del Garda, il sindaco di Montichiari attacca i vertici di Acque Bresciane

Il primo cittadino Marco Togni dopo la visita di Gelmini con presidente e direttore della società al ministero: «Da che parte stanno?»
Il depuratore del Garda, secondo  progetto, sarà a Gavardo e Montichiari - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il depuratore del Garda, secondo progetto, sarà a Gavardo e Montichiari - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Questo è un fatto gravissimo. La Provincia di Brescia non deve più permettere che simili fatti accadano e che tra i protagonisti ci sia una sua partecipata. Deve prendere provvedimenti, anche cambiando le figure apicali che da anni hanno gestito in malo modo tutta la vicenda, e garantire l’imparzialità della società pubblica»: è la reazione del sindaco di Montichiari Marco Togni e il tema, caldissimo, è quello del depuratore del Garda.

«Circa quindici giorni fa Mariastella Gelmini, onorevole e presidente della Comunità del Garda, è andata in visita dal nuovo ministro dell’Ambiente - ha spiegato Togni -. Lei può andare dove vuole a chiedere ciò che vuole. E ci può andare anche accompagnata dai sindaci del Garda, dal presidente di Garda Uno e anche da quello di Azienda Gardesana Servizi come ha fatto. Il problema è un altro. Nella nota che Gelmini ha diramato ha dichiarato che ad accompagnarla c’erano pure Gianluca Del Barba e Paolo Saurgnani, rispettivamente presidente e direttore generale di Acque Bresciane. Acque Bresciane srl è una società pubblica della Provincia e non può assolutamente stare da quella o questa parte. Ancor più grave è che si sia prestata alla Comunità del Garda ignorando le ragioni e i territori del Fiume Chiese».

Per il sindaco di Montichiari la questione è poco trasparente: «La delegazione gardesana e Acque Bresciane hanno richiesto al ministro di "accelerare sull’esecuzione dei lavori del depuratore, in continuità con quanto già deciso in questi anni: bisogna agire quanto prima per scongiurare una eventuale rottura del collettore o delle tratte sublacuali che danneggerebbe l’intero ecosistema" - ha citato il sindaco Togni -. Ci chiediamo come i due rappresentati di Acque Bresciane possano recarsi dal Ministro a sostenere le tesi dell’onorevole Gelmini quando la stessa Acque Bresciane, lo scorso anno, ha messo nero su bianco nella relazione finale dell’ispezione annuale delle condutture subacauli che non vi è alcun pericolo».

«È ormai chiaro che quella della sublacuali e della "bomba ecologica" era una scusa per motivare uno spreco di soldi per realizzare progetti megalomani» ha proseguito il sindaco nella nota, non a caso titolata, «Ma Acque Bresciane da che parte sta?».

La replica di Acque Bresciane

In merito ai rilievi sulla partecipazione di rappresentanti di Acque Bresciane all'incontro con il ministro all'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, la società ha diramato una nota nella quale «ribadisce l'opportunità e il dovere di partecipare a tutti i tavoli istituzionali. In particolar modo se detti tavoli coinvolgono il neo ministro dell'Ambiente, su temi e progetti che prevedono finanziamenti dello Stato come il collettamento del lago di Garda». 

Si aggiunge inoltre che «Acque Bresciane prosegue nella gestione ordinaria e straordinaria del collettamento della sponda bresciana, per garantirne l'efficienza e la tenuta. Attualmente per il nuovo sistema di collettamento e depurazione, secondo le decisioni assunte dal Commissario straordinario nominato dal Governo, si sta svolgendo la procedura per affidarne la progettazione definitiva». 

 

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